Cosa (non) hanno in comune Gigi Di Maio e Sanna Marin

Sono tra i politici più giovani d’Europa e dovrebbero essere, a torto o a ragione, il futuro di questo Continente, anche se, se si tengono d’occhio i curriculum e le esperienze, le vite non potrebbero essere più differenti. Stiamo parlando di Sanna Marin, il nuovo primo ministro finlandese eletto ad appena 34 anni e di Luigi Di Maio il nostro ministro degli Esteri, che di anni ne ha appena 33.

Sanna Marin è  la più giovane premier del mondo,un primato che la pone davanti al primo ministro neozelandese Jacinda Ardern (39) e al capo di governo ucraino Oleksiy Honcharuk (35). Un primato sfuggito di poco a Luigi Di Maio che, dopo la crisi di governo di questa estate si è dovuto invece “accontentare” di un dicastero chiave come la Farnesina. Ma le differenze non si fermano certo qui.

La classe operaia va al Governo?

Sanna Marin è figlia di una famiglia arcobaleno. Per l’esattezza è stata cresciuta da due donne e ha dichiarato di essersi a lungo sentito “invisibile” per la difficoltà di parlare con altri di questa condizione durante gli anni della sua infanzia. Ma ha anche precisato che sua mamma sia stata molto comprensiva e che è cresciuta molto libera, anche in virtù di questa condizione. Decisamente di “sinistra”, la Marin ha chiesto più impegno per il sociale e l’ambiente e più lotta per crescita e occupazione contro le disuguaglianze. Propositi che dovrebbero portare a una svolta più o meno netta nel governo. Ha precisato inoltre fieramente di essere stata la prima della sua famiglia, appartenente alla classe operaia, a finire il liceo e l’Università. La giovane premier si è laureata infatti nel 2012 in Scienze dell’Amministrazione.

Un biglietto da visita abbastanza diverso da quello di Di Maio che, pur essendo stato iscritto a Ingegneria Informatica e Giurisprudenza non ha mai terminato gli studi e ha sempre dichiarato di essere “né di destra, né di sinistra”, un mantra che è diventata una costante dei pentastellati. Di Maio è inoltre primogenito di una famiglia di tre figli di estrazione più “borghese” rispetto alla Marin. Il ministro degli Esteri è figlio infatti di un imprenditore edile attivo politicamente nella destra, dapprima nelle file del Movimento Sociale Italiano, successivamente in Alleanza Nazionale.

Un “Cursus honorum” abbastanza differente

Dopo aver fatto svariati lavori, la vita di Di Maio cambia grazie all’incontro con il Movimento fondato da Beppe Grillo. Il ministro fonda nel 2007 il primo degli storici “MeetUp” pentastellati di Pomigliano d’Arco, il suo paese. Prova a essere eletto come Consigliere Comunale nel 2010, ma l’operazione non va esattamente a buon fine. Ci riprova nel 2013 per le elezioni nazionali e questa volta finisce in Parlamento. In virtù del sostanzioso risultato raggiunto dall’M5S, nel 2013 viene eletto come Vice-Presidente della Camera: è il più giovane della storia della Repubblica. È l’inizio di un percorso che lo porta a diventare progressivamente il vero leader del Movimento, soprattutto dopo la morte di Gianroberto Casaleggio e il progressivo distacco di Beppe Grillo dalla politica. Nel settembre 2017 si candida come possibile premier del Movimento Cinquestelle e la base gli dà fiducia. Dopo le elezioni del 2018 assume la carica di Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico. Nel “Post Papete” è invece, a sorpresa, ministro degli Esteri. Una carriera fulminante per i suoi 33 anni, ma che pare subito proiettata verso le “alte sfere” della politica, senza troppo contatto con il “basso”.

Carriera assai diversa quella di Sanna Marin, partita (come accade sempre) dal locale. Nel 2012 la giovane primo ministro è stata eletta come consigliere comunale del suo comune natale, ovvero quello di Tampere. Nel 2014 è diventata vice-presidente del Partito Social Democratico finlandese dopo anni di partecipazione, mentre nel 2015 diventa parlamentare. Entra nel governo nel 2016 come ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. L’elezione a primo ministro è quindi solo il culmine di una carriera partita dal basso, dopo anni di militanza e di studi. Una dinamica abbastanza diversa da quella del nostro giovane ministro.

Quel che certo è che ora il governo finlandese è guidato dalle donne che vedete raffigurate nel tweet sopra. Pensate alla nostra politica e trovate le differenze.

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