Di Maio rinuncia al ruolo di vicepremier, ma non orienta il voto su Rousseau

02/09/2019 di Redazione

Chi si aspettava un minimo accenno all’orientamento del voto sulla piattaforma Rousseau in merito alla futura e possibile alleanza tra Pd e Movimento 5 Stelle per formare il governo è rimasto deluso. Luigi Di Maio è stato il più neutrale possibile, dicendo che sul tema «non esiste un voto giusto o un voto sbagliato, ma esiste soltanto il parere di cittadini che si esprimono democraticamente». Il capo politico del Movimento 5 Stelle lo ha detto nel corso di un’attesissima diretta Facebook dalla quale emerge anche un altro punto cruciale.

Di Maio parla in diretta Facebook e rinuncia alla vicepresidenza

Luigi Di Maio, infatti, ha affermato che ha rinunciato ufficialmente alla presidenza del Consiglio. Sembrava il nodo cruciale, invece la svolta è arrivata nella giornata di ieri, quando il Partito Democratico, attraverso le parole di Dario Franceschini, ha fatto un passo indietro, chiedendo che non ci fossero vicepremier. Di Maio rassicura: «In questi giorni di trattative molto spesso mi hanno attaccato – ha affermato -: il problema era diventata la mia vicepresidenza. Ma io ho rinunciato. Altrimenti le trattative non sarebbero andate avanti sui programmi. Quando abbiamo constatato che il Pd aveva rinunciato alla sua vicepresidenza, lo abbiamo fatto anche noi: eravamo partiti da un assunto semplice. Se Giuseppe Conte è un premier super partes, allora Pd e Movimento 5 Stelle dovevano dividersi la vicepresidenza. Dopo aver constatato il passo indietro, simile a quello fatto su Conte, abbiamo rinunciato anche noi».

Di Maio non si esprime su Rousseau

La cosa grave, tuttavia, è che non c’è stata alcuna indicazione da parte di Di Maio sul voto da dare sulla piattaforma Rousseau. Quando si trattò di dover salvare Matteo Salvini dal processo sulla nave Diciotti, fu Giarrusso – presidente della giunta per le autorizzazioni – a spiegare perché aveva senso votare per la negazione dell’autorizzazione a procedere. Oggi, invece, il Movimento lascia campo libero sulla scelta. Assumendosi un rischio enorme: nel caso di un no, tutto il lavoro fatto in questi giorni potrebbe essere stato vano.

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