Di Maio: «A Taranto non c’è un museo della Magna Grecia». E invece sì ed è uno dei più famosi

12/09/2018 di Enzo Boldi

Luigi Di Maio non sembra aver un grande rapporto con Taranto. Dopo i dissidi interni al Movimento 5 Stelle per la gestione dell’affare Ilva, con un consigliere M5S che ha deciso di lasciare il Movimento in chiaro segno di polemica con il suo leader, il Ministro dello Sviluppo Economico è inciampato su uno degli emblemi della cultura tarantina: il Museo MArTA, una delle più grandi esposizioni di manufatti della Magna Grecia.

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Nel corso dell’intervista con Bianca Berlinguer a Cartabianca, Luigi Di Maio ha parlato degli investimenti che il governo vuole fare a Taranto, dopo l’accordo per l’Ilva con ArcelorMittal. Fondi destinati a istruzione, turismo e cultura, aspetti che per il vicepremier non sono stati valorizzati nel corso degli anni: «Quella è l’area con i reperti archeologici più grande di tutta la Magna Grecia e non ha dei musei degni di quell’area».

Di Maio ignora l’esistenza del più grande museo sulla Magna Grecia

Un’uscita infelice, che ha messo in mostra la cattiva conoscenza del territorio tarantino – e pugliese – da parte del leader del Movimento 5 Stelle. Poche ore dopo la sua intervista sulla Rai, infatti, il museo MArTA, polo archeologico Nazionale di Taranto, ha risposto al Di Maio attraverso un tweet che lo invitava a visitare le loro stanze, ricche del patrimonio storico e di manufatti della Magna Grecia. Una delle esposizioni più famose d’Italia e del Mondo.

 

Il successo del MArTA, riconosciuto a livello mondiale per i suoi manufatti della Magna Grecia

Lo scorso anno, il MArTA di Taranto ha ricevuto oltre 80mila visite, come indicato anche dalle statistiche di Ministero dei Beni Culturali. La sua storia risale all’Ottocento e al suo interno ospita numerose testimonianza storiche sulla Magna Grecia: dalle sculture alla tombe monumentali in pietra, fino ad arrivare alla collezione degli Ori di Taranto che risalgono all’epoca ellenica e che ogni anno attirano migliaia di visitatori. Ma il vicepremier italiano, forse, non lo sapeva.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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