«Ti vogliamo morto insieme a tutti i napoletani», le minacce social contro Luigi Di Maio

Un profilo con un nome parziale, seguito dai classici numeretti in serie che fanno pensare a un troll. Ma l’utente in questione è molto attiva sui social, fin dalla data della sua iscrizione al social network (il 2013). E da lì, da quel profilo, sono arrivate le minacce di morte nei confronti di Luigi Di Maio. La donna (probabilmente di sesso femminile, visto il nome con cui si palesa, Carla), ha rivolto alcuni pensieri minatori citando il Ministro degli Esteri. La notizia di Luigi Di Maio minacciato di morte sui social ha provocato molte reazioni.

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Tra i tweet condivisi da questo account, ne troviamo molti di minacce nei confronti dell’attuale maggioranza di governo. Dal «Luigi Di Maio ti vogliamo morto», al «Ti vogliamo morto insieme a tutti i napoletani». Scorrendo tra gli ultimi post condivisi da questa Carla, troviamo altri pensieri poco consoni all’ambiente social: «Vi ammazzeranno, vi ammazzeranno tutti».

Luigi Di Maio minacciato di morte su Twitter

Questo account è stato creato nel 2013 e condivide, spesso e volentieri e, leggendo quel che scrive sui social, non è affascinata da nessun movimento politico. Anzi, sembrerebbe essere una delusa ex elettrice del Movimento 5 Stelle, come si evince – ma è solo un’ipotesi – dalle sue parole dopo che il M5S ha deciso di sospendere per un mese Ignazio Corrao e altri due eurodeputati pentastellati per aver espresso il proprio voto contrario sulle misure economiche della UE.

Luigi Di Maio minacciato di morte su Twitter ha ottenuto gli attestati di vicinanza da alcuni rappresentanti del mondo politico.

Il titolo di oggi su Libero Quotidiano

Il tutto nel giorno in cui Libero Quotidiano ha deciso di (non) sorprendere il mondo della stampa italiana con un nuovo titolo discriminatorio nei confronti dei napoletani dopo l’ondata di arresti per associazione a delinquere.

Titoli che non sono apparsi a nove colonne quando, nei giorni scorsi (e nei mesi precedenti) notizie simili sono arrivate da Lombardia e Veneto. Perché la discriminazione territoriale è un mantra caratteristico di determinata stampa che, per far parlare di sé, non dà notizie ma deriva nel razzismo.

(foto di copertina: da pagina Facebook di Luigi Di Maio + tweet)

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