Luigi Di Maio: «Gli inceneritori sono vintage, come le cabine telefoniche»
19/11/2018 di Enzo Boldi
Luigi Di Maio non è un nostalgico degli anni ’90. Il vicepremier pentastellato, in visita nella sua Pomigliano d’Arco, è tornato a parlare della «guerra dei rifiuti» e degli inceneritori che sta coinvolgendo le due anime della maggioranza, paragonando la volontà di portare avanti il progetto dei termovalorizzatori in Campania a una passione – neanche troppo nascosta – per il vintage, paragonandoli alle cabine telefoniche, praticamente sparite e non più utilizzate dagli italiani.
«Parlare di inceneritori oggi è come parlare della cabina telefonica con il telefono a gettoni – ha spiegato Di Maio da Pomigliano d’Arco, per la prima tappa del suo tour campano che oggi culminerà nella firma di un protocollo sulla Terra dei fuochi nella Prefettura di Caserta -. Qualcuno può essere ancora affascinato dal vintage, ma sempre vintage rimane». Quel qualcuno, chiaramente, è riferito al suo alleato di governo Matteo Salvini, che tra giovedì e venerdì scorso ha acceso il dibattito interno alla maggioranza parlando della necessità di aprire un termovalorizzatore in ogni provincia della Campania per porre degli argini all’emergenza rifiuti.
Di Maio: «Basta con la moda vintage degli inceneritori»
Per Luigi Di Maio, che segue la corrente principale di pensiero all’interno del Movimento 5 Stelle sul tema, gli inceneritori sono il passato, mentre per il presente e il futuro di Napoli e di tutta la Campania occorre trovare alternative meno vintage e più al passo con i tempi. «Dobbiamo investire sulla differenziata – ha detto il vicepremier grillino – perché si creano più posti di lavoro. Con la differenziata siamo al 50% e facendo una norma nella legge di bilancio in cui si dice che se produci meno immondizia paghi meno Tari vedrete che in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue. Inoltre, per fare un inceneritore non ci vuole un giorno ma anni e anni. Negli stessi anni facciamo la differenziata e guardiamo al futuro invece di guardare al passato».
Matteo Salvini non demorde e cita Copenaghen
«I rifiuti ovunque nel mondo significano ricchezza, energia e acqua calda – ha spiegato Matteo Salvini a margine di un concerto di denuncia della violenza sulle donne, in piazza Città di Lombardia -. A Copenaghen inaugureranno un inceneritore con una pista da sci e una parete di arrampicata mentre altrove sono musei, se gestiti bene e controllati bene portano più salute e più economia e quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro, anzi l’obiettivo e’ che anche altre regioni italiane vadano avanti. Non voglio un Paese che torna indietro».
Le ire di Attilio Fontana: «Inquinano? Allora stop ai rifiuti del Sud in Lombardia»
Gli inceneritori sono vecchi e non utili, in sintesi. Parere che ha fatto stizzire la Lega – che già nei giorni scorsi ha cavalcato questa battaglia dopo le provocazioni fatte da Salvini – e che ha avuto una eco arrivata fino a Milano. Il governatore della regione Lombardia, Attilio Fontana, ha infatti minacciato di non smaltire più la spazzatura che arriva dal Sud Italia: «Se sostengono che questi rifiuti bruciati sono così pericolosi, non si capisce perché dovremmo accettarli noi. Tra l’altro, ormai i nostri impianti sono saturi. Se Di Maio pensa che i nostri impianti inquinano allora devo dire che non accetteremo più i rifiuti del Sud. Chiederemo allo Stato di modificare la norma che ce lo impone».
Nel corso della sua intervista a La Stampa, Fontana ha invitato il vicepremier grillino a visitare gli inceneritori della sua regione: «Sono impianti che azzerano l’inquinamento e riutilizzano la combustione dei rifiuti per l’energia elettrica. I 13 inceneritori della Lombardia non solo sono puliti ma anche assolutamente controllati, subiscono una cosa come 30 milioni di controlli all’anno da parte di Ispra. Come si fa a dire che non li si vuole al Sud dove il problema dello smaltimento rifiuti è endemico?»
(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)