Decreto dignità, anche Di Maio attacca (implicitamente) Claudio Amendola sul gioco d’azzardo
04/07/2018 di Redazione
La frase incriminata di Luigi Di Maio contro Claudio Amendola è questa: «Basta con i testimonial famosi che sponsorizzano i siti di scommesse». Il decreto dignità presentato ieri dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico si sta rapidamente trasformando in una battaglia ad personam contro Claudio Amendola, «reo» di essere protagonista dello spot che pubblicizza l’agenzia di scommesse Bet 365.
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Di Maio contro Claudio Amendola: nei giorni scorsi, l’affondo di Grillo
Tutti hanno pensato al protagonista della serie tv I Cesaroni che, qualche giorno prima, era stato preso di mira dal fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo che, nell’ordine, lo aveva definito «esponente della sinistra frou frou», nonché personaggio «che campa pubblicizzando il gioco d’azzardo». Tra l’altro, da quelle dichiarazioni era partito l’annuncio – da parte dello stesso Claudio Amendola – dell’avvio di un’azione legale nei confronti di Beppe Grillo per le «affermazioni gravemente lesive» per la sua immagine.
Insomma, la stretta sulla pubblicità del gioco d’azzardo da parte del governo di Giuseppe Conte, promossa e fortemente voluta da Luigi Di Maio, sta avendo una conseguenza imprevedibile: quella di essere trasformata in una sorta di crociata nei confronti di uno dei volti più popolari della televisione italiana. La sua colpa sarebbe quella di essere un elettore storicamente di sinistra – anche se dopo le elezioni del 4 marzo aveva pronunciato parole d’elogio per la sagacia politica di Matteo Salvini – che, per qualche motivo, viene preso di mira dalla campagna sui social network del Movimento 5 Stelle.
Di Maio contro Claudio Amendola, il provvedimento sul gioco d’azzardo
La norma prevista all’interno del decreto dignità non è stata vista di buon occhio dalla Lega Calcio, ma ha comunque registrato un consenso bipartisan: il Partito Democratico ha fatto sapere nella giornata di ieri di essere stata la prima forza politica a prendere dei provvedimenti nei confronti degli spot sul gioco d’azzardo, confinandoli in fascia protetta, e a diminuire fortemente il numero delle slot machine all’interno dei locali. Ma da qui a trasformare un provvedimento del governo in una lotta personale contro Claudio Amendola che ha semplicemente svolto il suo lavoro di professionista, ne passa di acqua sotto ai ponti.