Di Maio e i candidati premier che nessuno ha votato

Luigi Di Maio ha rivendicato la presidenza del Consiglio in un post scritto sul blog delle Stelle, che vale in particolare come risposta a Matteo Salvini. Il leader della Lega aveva infatti dichiarato la sua disponibilità, prima in uma intervista al Messaggero e poi a Porta a Porta, a rinunciare a Palazzo Chigi per formare un governo dopo le elezioni del 4 marzo, andando oltre alla coalizione di centrodestra.

Di Maio e i candidati premier che nessuno ha votato

Senza una intesa politica tra le maggiori forze elette in Parlamento pur presentatesi come avversarie in campagna elettorale – M5S, Lega, Forza Italia e PD – è molto improbabile  che possa nascere un nuovo esecutivo, a meno di immaginare formule istituzionali fantasiose. Luigi Di Maio però è contro una simile impostazione, perché reputa che il nuovo governo, a partire da chi lo guida, il presidente del Consiglio, debba rispettare il voto popolare. «Come abbiamo detto in campagna elettorale è finita l’epoca dei governi non votati da nessuno. Il premier deve essere espressione della volontà popolare. Il 17% degli italiani ha votato Salvini Premier, il 14 Tajani Premier, il 4 Meloni Premier. Oltre il 32% ha votato il MoVimento 5 Stelle e il sottoscritto come Premier. Non mi impunto per una questione personale, è una questione di credibilità della democrazia. E’ la volontà popolare quella che conta», scrive Di Maio.

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Il senso del discorso politico di Di Maio può essere condivisibile o meno, ma una simile interpretazione del voto non ha senso. Se sul 32% e il 17% di elettori che hanno votato per Di Maio e Salvini premier si può volendo anche soprassedere, in merito al 14% e al 4% di elettori per Tajani e Meloni premier – chissà poi perchè in maiuscolo – si scivola in territorio prossimo alle fake news.

 

Antonio Tajani è stato indicato come candidato alla presidenza del Consiglio da Silvio Berlusconi a due giorni dal voto, in una lista caratterizzata dal simbolo “Berlusconi presidente”. Giorgia Meloni non era una candidata premier, visto che nel centrodestra l’accordo era di indicare come presidente del Consiglio il leader o l’esponente indicato dalla lista più votata della coalizione. Fratelli d’Italia ha quasi rischiato di non entrare visto il 4% ottenuto, e fa sorridere definirla una candidata premier viste le zero chance che aveva, tanto da aver rinunciato alla dicitura presidente, o premier, nel contrassegno elettorale col suo nome.

 

In Italia non esiste in realtà la figura del candidato premier, visto che secondo la nostra Costituzione il presidente del Consiglio è nominato dal presidente della Repubblica, e per entrare in carica deve avere la fiducia di Camera e Senato. Benché il leader del partito più votato dagli italiani abbia il pieno diritto di rivendicare la guida del governo, Di Maio dovrebbe farlo con argomenti un po’ più solidi rispetto al post sul blog delle Stelle, e meno confliggenti con la nostra Costituzione. La legge elettorale, che è una norma ordinaria, chiede alle forze che si presentano alle elezioni di indicare un “capo politico”, e non un candidato alla presidenza del Consiglio, proprio perché questo potere di nomina spetta solo, e unicamente, al presidente della Repubblica.

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