E se fosse Di Battista il nuovo ministro degli Esteri?
04/10/2018 di Redazione
Tra pochi mesi M5S e Lega potrebbero decidere di cambiare la loro squadra al governo. Di apportare qualche modifica. Secondo il Fatto Quotidiano, normalmente molto bene informato sulle questioni più segrete degli ambienti del Movimento 5 Stelle, il rimpasto è una cosa nota tra i pentastellati e se ne sta parlando da diverso tempo. Soprattutto per contrastare gli argini innalzati, in maniera diversa, dai due tecnici dell’esecutivo: Giovanni Tria, ministro dell’Economia, ed Enzo Moavero Milanesi, ministro degli Esteri.
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La nuova ipotesi che circola nel M5S: Di Battista ministro degli Esteri
Sono due le soluzioni prospettate da Luca De Carolis, la prima scontata, la seconda suggestiva: Paolo Savona, il nome che stava facendo crollare il governo giallo-verde prima ancora della sua nascita, sarebbe pronto a subentrare in via XX Settembre. Mentre la Farnesina potrebbe essere la nuova casa di Alessandro Di Battista, di ritorno dal viaggio nelle Americhe (per realizzare un reportage per lo stesso Fatto Quotidiano).
La sostituzione – come spiega ancora il giornale diretto da Marco Travaglio – si rende necessaria per due motivi: il primo è quello del feeling mai scoppiato con il ministro Giovanni Tria (anche se oggi, dai microfoni di Radio Radicale, Di Maio ha affermato «squadra che vince non si cambia»), il secondo è quello di arginare lo strapotere mediatico di Matteo Salvini, cosa che soltanto un aizzatore di piazze come Di Battista sarebbe in grado di fare.
I motivi
Il rimpasto di governo, che visto in quest’ottica sarebbe una vera e propria rivoluzione perché porterebbe il numero dei tecnici al minimo sindacale in settori chiave, è dato per molto probabile nel mese di dicembre o, ancor di più, nel mese di gennaio, una volta approvata la manovra.
La mossa Di Battista, in modo particolare, sembra trovare conferma anche negli ultimi post su Facebook: l’ex deputato romano, infatti, sarebbe pronto a rientrare in Italia per spiegare agli italiani la manovra nelle piazze. Preludio, dunque, al suo ritorno all’impegno attivo in politica. Al momento, Di Battista non ha ancora preso una decisione definitiva (anche perché, per il 2019, ha in programma un viaggio in Africa): ma se si dovesse liberare un posto al ministero, ecco che difficilmente potrebbe rinunciare. Anche perché il Movimento 5 Stelle ha bisogno di far pace con la sua base.
Gli scenari
Quello del rimpasto non è comunque l’unica mossa imprevista di M5S e Lega. In questi giorni di aspro confronto sulla manovra finanziaria è spuntata anche l’ipotesi di gettare la spugna e tornare ad elezioni anticipate nella primavera 2019. Le forza di maggioranza – criticate dall’Europa per il rialzo del deficit messo nero su bianco nella nota di aggiornamento al Def che anticipa la legge di Bilancio – non hanno intenzione alcuna di fare passi indietro sulle principali promesse elettorali (reddito di cittadinanza, flat tax e quota 100 sulle pensioni). La soglia dello spread a 400 viene considerato il limite superato il quale potrebbe essere imboccata la via delle urne.
(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)