Di Battista: «Il libricino che ho scritto non farà cadere il governo»

23/06/2019 di Redazione

Qualche ora prima, il lungo post di Luigi Di Maio lo aveva chiamato in causa pur senza nominarlo direttamente. Alessandro Di Battista si è poi presentato a In mezz’ora, programma di Lucia Annunziata, per chiarire la sua posizione. Il nome del vicepremier e capo politico del Movimento 5 Stelle esce fuori molto raramente, quasi a volerlo ripagare della stessa moneta. Frecciate sì, ma senza che il bersaglio abbia nome e cognome.

Alessandro Di Battista risponde a Di Maio

Ma Luigi Di Maio è il convitato di pietra di questa intervista. C’è lui sullo sfondo e nei contenuti. Proprio come nelle vecchie beghe della Democrazia Cristiana. Lo smacco più grande per quelli che volevano rovesciare le logiche della Prima Repubblica. Di Maio aveva parlato di persone che con parole, libri ed eventi destabilizzano l’azione del governo. Di Battista, che un libro l’ha appena scritto e che proprio al suo interno sostiene che il Movimento 5 Stelle sia diventato una sorta di macchina da burocrazia, risponde così: «Non credo che l’azione del presidente del consiglio possa essere destabilizzata da un libricino che ho scritto». L’attivista del Movimento rincara la dose: «Non dico che non ci sia un problema interno. Dico solo che questo problema si risolverà. Faremo una telefonata e tutto tornerà come prima».

La distanza tra Alessandro Di Battista e il resto del M5S

Eppure, la distanza tra Di Maio e Di Battista – che c’è sempre stata, nonostante le foto scattate insieme – non è mai stata così ampia. I due non sembrano d’accordo sui punti del governo. L’unica cosa che li accomuna è un invito alla Lega: «Se fossi in Di Maio – ha detto Di Battista – chiederei a Salvini di trovare i soldi per la Flat Tax. Che serve. Non serve invece far entrare la famiglia Benetton in Alitalia. Così come non serve fare la Tav».

Questa la sintesi di un Di Battista che ha incassato il colpo e prova a minimizzare, esprimendo la sua fiducia incondizionata per Giuseppe Conte. Ma sa benissimo che la situazione è complessa e che nel Movimento 5 Stelle c’è chi non lo ama più come prima.

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