In quattro a processo per l’omicidio di Desirée Mariottini. La nonna: «Nessuna sentenza ce la restituirà»
21/10/2019 di Enzo Boldi
Il giudice per le udienze preliminari di Roma ha rinviato a giudizio quattro persone coinvolte a vario titolo nella morte della giovane Desirée Mariottini, la sedicenne di Cisterna di Latina uccisa a Roma – in zona San Lorenzo – il 19 ottobre del 2018, esattamente un anno fa. Si tratta dei nigeriani Alinno Chima, Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia e il senegalese Brian Minthe. Ora per loro ci sarà un processo nel quale dovranno rispondere di numerosi e pesanti reati che sono stati contestati loro in questa fase preliminare.
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Si tratta di violenza sessuale di gruppo, omicidio volontario, cessione e somministrazione di droga a minori. Queste erano le richiesta avanzate dalla Procura di Roma e che questa mattina sono state accettate nella loro totalità dal gup che ha rinviato a giudizio i quattro che sarebbero coinvolti nella morte della 16enne di Cisterna di Latina. Il processo contro Alinno Chima, Mamadou Gara, Yusef Salia e Brian Minthe inizierà il 4 dicembre davanti alla terza Corte d’Assise.
I quattro a processo per l’omicidio di Desirée Mariottini
Una notizia, che dovrà essere confermata poi con il dibattimento processuale e con le eventuali condanne, che non può far sorridere i familiari di Desirée Mariottini, consci che la giustizia non potrà far tornare indietro nel tempo restituendogli quella ragazza finita nelle mani di persone senza scrupoli che si sono approfittate di lei, fino ad ucciderla e lasciarla morta in un vecchio stabile di San Lorenzo. «Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée», ha commentato la nonna dopo la decisione del gup di Roma.
Il processo al via il 4 dicembre
Dopo oltre un anno, dunque, si muovono i primi passi concreti per accertare – con condanne e sentenze – le responsabilità di quell’assurda, violenta e cruenta morte della 16enne Desirée Mariottini. Vittima di gente priva di coscienza. Anche se tutto questo non potrà riportarla indietro.
(foto di copertina: Matteo Nardone/Pacific Press via ZUMA Wire)