Perché dire che Demi Lovato “vuole che le si dia del loro o del voi” non ha senso

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La richiesta di Demi Lovato di utilizzare il singular they parlando della sua persona ha gettato la stampa e i social italiani nella confusione più totale

Ne avevamo già parlato quando Elliot Page ha affermato di essere una persona trans e ha chiesto al mondo di utilizzare i pronomi they o he riferendosi a lui e il discorso torna attuale dopo la rivelazione di Demi Lovato. Con una difficoltà in più, però: i giornali italiani non riescono a parlare correttamente della questione. In alcuni casi si tratta di qualcosa di nuovo e di difficile da maneggiare ancora –  e ribadiamo la necessità di imparare a parlare in ambito giornalistico di un gruppo di persone che, sempre più, emerge e chiede rispetto -, in altri di una precisa volontà di boicottaggio o derisione che arriva anche dai social e che, in parte, può essere causata dal linguaggio superficiale dei giornali (basti pensare al titolo di Libero «Demi Lovato, l’ex stellina Disney sconvolge gli Usa: “Sesso non binario, chiamatemi ‘loro’»).




Demi Lovato si dichiara non-binary e chiede di rivolgersi e di parlare di lei col “they”

Vista la fama di Demi Lovato e il clima in cui stiamo vivendo – con la tensione e tutte le discussioni sul Ddl Zan degli ultimi mesi – il web ci ha messo molto poco a criticare questa cosa con i toni a cui ci siamo ormai ben abituati, tra chi è confuso e chi fa la solita ironia spicciola.

Anche Michela Giraud – che abbiamo recentemente visto in Lol – è finita nella tempesta per una battuta che ha fatto. Il tweet – che ora non è più presente sul profilo della comica – affermava: «Demi Lovato vuole le sia dato del ‘loro’ come il Mago Otelma». Le tante critiche ricevute l’hanno spinta a cancellare il tweet e a cominciare un nuovo thread di discussione sul suo profilo.

La storia di “they” come lo intende Demi Lovato

La lingua dà forma alla realtà, questo è fondamentale ricordarlo, così come è vero il contrario. Le voci nei vocabolari e le enciclopedie cambiano a seconda di come le parole si evolvono nel mondo reale (proprio come nel caso del nuovo uso del singular they).  Nell’American English l’utilizzo del pronome “they” nel senso inteso da Demi Lovato – che è un senso altro rispetto ai due utilizzi di base sanciti dalla grammatica e che si studiano a scuola – esiste dai primi anni 2000 circa. I linguisti dell’American Dialect Society hanno scelto come parola dell’anno 2015 proprio questo they, riconfermandolo poi parola dell’intero decennio. Titoli del genere vengono attribuiti per sancire termini di rilievo che portano a veri e propri cambiamenti non solo nella grammatica e nel suo utilizzo ma anche nella società.

Il they Demi Lovato ha un senso specifico: si tratta dell’uso della terza persona plurale in inglese per fare riferimento a persone che si autodeterminano non identificandosi né nel genere maschili né nel genere femminile. Questi possono essere persone non-binary – come nel caso di Demi Lovato -, transgender, intersessuali o chiunque faccia questa scelta per sé stesso. Il singular they è stato sempre utilizzato in inglese in due modi – finché non è nato il terzo utilizzo di cui abbiamo già parlato -, ovvero per fare riferimento a persone di cui non si conosce il genere o il cui sesso non è rilevante nel discorso (primo uso) e in contesti nei quali c’è un pronome indefinito che viene prima (no one, someone, anyone, a person ecc…).

Il they di Demi Lovato è diventato, in inglese, un nuovo pronome singolare e questo evidenzia un cambiamento fortissimo nella società, che arriva addirittura a dare forma alla lingue in un ambito statico come i pronomi.

Perché non ha senso tradurre quel “they” dicendo che vuole che le si dia del “loro” o del “voi”

Dopo tutta questa spiegazione è facile comprendere che stiamo parlando di qualcosa che è in divenire. Le persone devono comprendere l’utilizzo singolare del they e il fatto – soprattutto – che questo non sia traducibile in maniera letterale in italiano. Ecco perché tantissimi dei titoli dei giornali italiani non hanno senso e hanno solamente contribuito a creare confusione. La soluzione? Spiegare quello che abbiamo appena spiegato noi. Il terzo utilizzo del singular day, in primis, con tutti le caratteristiche e i significati che gli si attribuiscono. Occorre anche evitare di tradurre letteralmente o creare delle equivalenza che in italiano non hanno senso.

Ancora una volta, la soluzione è quella: chiediamo a coloro che si fanno avanti e richiedono l’utilizzo di specifici pronomi come parlare di loro. In molti casi – almeno finora – la soluzione si è dimostrata essere l’utilizzo di verbi impersonali o di pronomi indefiniti.

Gli errori dei giornali italiani in casi come quello di Demi Lovato e di Elliot Page

Tradurre quanto scritto da Demi Lovato con «datemi del loro» (o anche del voi), come si legge sulla quasi totalità delle testate italiane che hanno riportato la notizia, non ha senso. Emblematico il caso di Ansa, che titola «Demi Lovato: ‘Sono non binaria, datemi del loro’» e scrive «la cantante Demi Lovato ha rivelato di essere non-binaria e ha chiesto di rivolgersi a lei con il pronome ‘voi’ o ‘loro’». No, Demi Lovato non ha mai chiesto di “darle del voi” – dalla Treccani: «uso del voi come alternativa al lei nelle situazioni formali è quasi del tutto scomparso e sopravvive in alcuni italiani regionali meridionali» -. Questo è l’esempio calzante che dimostra come non abbia alcun senso provare a tradurre il singular they inglese con il loro italiano. Cosa che, invece, nessun giornale italiano ha mancato di fare.