Deficit, Di Maio vuole imitare Macron ma Tria gli concede (per ora) solo lo 0,3%

25/09/2018 di Redazione

Non si arresta nel governo il braccio di ferro sulla manovra finanziaria. Ieri il vicepremier Luigi Di Maio ha chiesto nuovamente di alzare il rapporto deficit/pil sull’esempio della Francia, che ha deciso di finanziare una riduzione delle tasse anche con una crescita del disavanzo al 2,8%. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria dal canto suo prova a resistere e lascia qualche punto decimale, a Lega e Movimento 5 Stelle concede l’1,9%, ovvero lo 0,3% in più rispetto all’obiettivo iniziale fissato dall’Italia all’1,6%.

Deficit/pil: Di Maio pensa alla Francia di Macron, Tria sale dall’1,6 all’1,9%

«Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia», sono state le parole di Di Maio, a caccia di risorse per il reddito di cittadinanza, principale promessa elettorale del M5S. «I soldi ci sono – ha detto il ministro di Lavoro e Sviluppo Economico – e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini. Possiamo fare anche meglio di Macron, meno del 2,8%. Se la Francia fa il 2,8% è perché una serie di dogmi europei sono superati». Il quotidiano La Stampa racconta oggi (articolo di Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo) di una riunione che si è tenuta ieri pomeriggio a Palazzo Chigi alla quale hanno partecipato il ministro Tria, il premier Giuseppe Conte, il ministro degli Affari Europei Paolo Savona, e rappresentanti di Lega e Movimento 5 Stelle. Per il Carroccio il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e il viceministro Massimo Garavaglia. Per i pentastellati invece il ministro Riccardo Fraccaro e la viceministra Laura Castelli.

 

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Nel corso della riunione Tria – rivela La Stampa – avrebbe lasciato la possibilità di un’apertura a superare l’1,6% di deficit/pil, la cifra ripetuta in queste settimane, per giungere all’1,9%, frutto del forte e continuo pressing di Di Maio. L’obiettivo del capo politico M5S è quello di ottenere nella Legge di Bilancio il reddito di cittadinanza, anche per sfruttarlo durante la campagna elettorale per le Europee della prossima primavera, e per provare a mettere subito un argine al successo mediatico di Matteo Salvini. Il passaggio dall’1,6 all’1,9% garantirebbe 5 miliardi di euro in più per le politiche del governo. La sfida è (ancora) aperta.

(Foto di copertina da archivio Ansa: il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio con il ministro dell’Economia Giovanni Tria, 11 settembre 2018. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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