Decreto sicurezza: la Consulta boccia i super prefetti, ma dà ragione a Salvini sulle politiche migratorie

20/06/2019 di Redazione

Una sentenza, quella della Corte Costituzionale, che scontenta le regioni che avevano impugnato il decreto sicurezza proposto da Matteo Salvini e successivamente, dopo il voto del Parlamento, diventato legge dello Stato. Tuttavia, c’è un piccolo punto su cui la Consulta ha deciso di contraddire l’azione del legislatore: si tratta dell’articolo 28 del decreto sicurezza, quello che attribuisce dei poteri speciali ai prefetti.

La Consulta dà prevalentemente ragione a Salvini sul decreto sicurezza

Questa pratica, venuta fuori dopo una prima circolare del Viminale, permetteva ai prefetti di allargare le loro competenze, superando – di fatto – sindaci e organi della provincia. Ecco, secondo la Corte Costituzionale questo punto della legge sulla sicurezza promossa da Matteo Salvini sarebbe illegittimo e, pertanto, dovrà essere rivisto.

Nulla da eccepire, invece, sui punti più caldi sui quali alcune regioni avevano fatto ricorso. Emilia-Romagna, Marche, Calabria, Toscana e Umbria, infatti, si erano appellati alla Corte Costituzionale perché si ritenevano scavalcate sulle politiche dell’immigrazione, in modo particolare permessi di soggiorno, iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo e Sprar.

La sentenza della Consulta sulla parte legata all’immigrazione nel decreto sicurezza

Era proprio questo il fulcro della legge approvata dal Parlamento su indicazione di Matteo Salvini ed era proprio questo la leva su cui si poggiava il ricorso. L’intento delle regioni, infatti, era quello di indebolire il decreto sicurezza – di fatto svuotandolo – proprio per quanto riguarda le politiche migratorie di questo governo ritenute restrittive. Invece, la Corte Costituzionale ha di fatto dato ragione a Matteo Salvini, sostenendo che in materia di permessi di soggiorno, iscrizione all’anagrafe e gestione degli Sprar, con questa legge, lo Stato non stava facendo ingerenze, ma legiferava nell’ambito di sue competenze esclusive.

Ciò non significa che la Consulta sia entrata nel merito della scelta di Matteo Salvini e del Parlamento: non è stato espresso alcun giudizio da parte della Corte sulla natura del provvedimento. Tuttavia, si sottolinea come la gestione dell’immigrazione da parte del governo – che sul punto ha piazzato una pietra miliare proprio con questa legge – rispetti, limitatamente alle materie oggetto del ricorso, la Costituzione.

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