Crotone, 400 licenziati da un call center per colpa del decreto dignità

15/01/2019 di Enzo Boldi

«Meglio precari che disoccupati». Questo è uno degli amari slogan lanciato dai lavoratori calabresi della Abramo Customer Care durante il loro sit-in di protesta davanti il piazzale d’ingresso della sede di Crotone dell’azienda. Quattrocento persone che manifestavano dopo il mancato rinnovo del loro contratto – scaduto dopo 24 mesi – da parte del loro datore di lavoro, che ha spiegato come questa sua decisione sia in linea con i paletti fissati dal decreto dignità tanto esaltato da Luigi Di Maio.

I 400 lavoratori che non si sono visti rinnovare il proprio contratto sono tutti operatori del call center dell’azienda, quello che gestisce i contatti con i clienti per la loro assistenza, perché le linee guida del decreto dignità prevedono la stabilizzazione dopo 24 mesi di contratto. Scaduti i due anni, l’azienda o decide di assumere il lavoratore, oppure è libera di non rinnovare l’impegno lavorativo, lasciando a casa lo sfortunato dipendente.

Crotone, le 400 vittime del decreto dignità

«Il decreto che si prefiggeva di dare più dignità ai precari i realtà ha reso tutti dei disoccupati – ha spiegato Rita Lorenzano, segretario provinciale crotonese Cisl donne -. Tutto ciò avviene nel silenzio generale della politica. Non si possono affibbiare tutte le colpe sulla Abramo Customer Care, perché come tutte le aziende sta facendo tutto ciò che la legge consente di fare. In primis l’utilizzo degli stagisti, poi lo sfruttamento di contratti provenienti da agenzie interinali».

Un testo senza paletti e con poca dignità

Il vero problema non riguarda le buone volontà del decreto dignità, ma le conseguenze che – senza degli accurati paletti – tutto ciò che diventerà un peso sulle spalle dei lavoratori. «Il decreto doveva essere collegato a incentivi in grado di permettere alle aziende di trasformare i contratti a tempo determinato in indeterminato – prosegue Rita Lorenzano -. Vorremmo che Luigi Di Maio, che è sempre in giro per l’Italia, toccasse l’effetto devastante che il suo decreto sta facendo nel mondo dei call center qui a Crotone dove non ci sono altre opportunità di lavoro».

(foto di copertina: ANSA/FABIO MURRU)

 

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