De Luca attacca:«I migranti vadano pure nelle baracche»

«Messina era la città meno adatta». Non ha dubbi il sindaco Cateno De Luca, eletto a giugno con una lista civica, che, in un’intervista al Tempo, spiega perché l’arrivo dei migranti sbarcati dalla Diciotti  sia una mossa sbagliata.

De Luca e i migranti, «Al massimo andate nelle baracche»

Non ha intenzione di far stare i migranti nel lusso mentre i suoi cittadini vivono in condizioni precarie: è questo il messaggio del sindaco che per le persone sbarcate dalla Diciotti per i quali al massimo mette a disposizione «le baracche dove attualmente vivono 10mila messinesi tra amianto, fogne a cielo aperto e sporcizia, e i miei concittadini vanno a vivere in albergo». Intanto i migranti sono stati sistemati in un hotspot «che forse è stato realizzato abusivamente» che si trova in una zona piena di baracche dove vivono 10mila persone tra «topi, sotto l’amianto e senza rete fognaria». Sono le baracche costruire dopo il terremoto del 1908, dove ancora vivono 2500 nuclei familiari. «Entro il 31 ottobre queste persone dovranno lasciare le baracche e allo stesso tempo ho chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza al Governo» spiega De Luca in merito all’ordinanza di sgombero. Messina non era pronta ad accogliere nessuno, perché ancora deve gestire i propri cittadini:«Devo requisire mezzo mondo perché io non tengo 10mila famiglie sotto l’amianto, non voglio i bambini che giocano tra la fogna e i ratti – continua il sindaco – Per me questa gente ha la priorità rispetto ai migranti». E sulle possibili accuse di razzismo risponde: «Allora facciamo così, tolgo queste famiglie da lì e le metto in albergo e sposto i migranti nelle baracche. Sono disponibili?».

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De Luca e i migranti, «Non ne sapevo niente»

Il primo cittadino racconta di aver saputo dell’arrivo dei migranti della Diciotti «dai giornali». Ancora non sa quanti siano in arrivo, colpa di una non comunicazione: «Nessuno si è degnato di chiamarmi per coinvolgermi in questa storia. Per me non ci sono, quando qualcuno riterrà di chiamare il sindaco per avvisarlo di questa presenza sul territorio, ne riparliamo».

De Luca e i migranti, «Lo Stato non può dare priorità a loro»

Messina, racconta il primo cittadino, è in una situazione di emergenza, e sta utilizzando i fondi regionali e statali, ma non basteranno. Intanto a rimetterci sono proprio i cittadini mentre «più di cento migranti vivono da oltre un anno in un albergo di lusso del centro». De Luca sfida il Governo, dicendo che tutti i soldi spesi per gestire le quote di migranti dovrebbero essere prima indirizzati verso i cittadini italiani, e verso i messinesi che vivono nelle baracche: «Questo è uno schiaffo ai cittadini. Lo stato non può attuare la politica dell’accoglienza nei luoghi dove ancora italiani vivono in uno stato vergognoso» sentenzia De Luca. E poi aggiunge «Il fatto è che il fenomeno dell’immigrazione, oramai, è un business».

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(Credits immagine di copertina: Ansa)

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