Davide Casaleggio e la necessità del reddito di cittadinanza perché «entro il 2054 molti lavori spariranno»
16/01/2019 di Redazione
L’orizzonte lo ha fissato per una data precisa, senza approssimazioni. Secondo Davide Casaleggio, il mercato del lavoro cambierà profondamente entro il 2054. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera in cui tocca diverse tematiche, tra cui quella del reddito di cittadinanza. Secondo il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle insieme a Beppe Grillo, infatti, per quella data dedicheremo soltanto l’1% del nostro tempo al lavoro. Colpa delle mutazioni continue di un mercato del lavoro sempre più condizionato dalle nuove tecnologie.
Davide Casaleggio e il concetto di reddito di cittadinanza
«Dobbiamo prendere atto che questa direzione è quella definitiva, che si sta verificando da diversi decenni e che ora sta decisamente accelerando». Ma il passaggio più clamoroso è quello sul reddito di cittadinanza. La misura assistenzialistica messa in programma dal Movimento 5 Stelle, infatti, è stata oggetto di un passaggio piuttosto lungo dell’intervista di Davide Casaleggio, numero uno della Casaleggio Associati e ispiratore della piattaforma di democrazia diretta Rousseau.
Il reddito di cittadinanza, secondo Casaleggio, è «una misura che ci mette al passo con il resto dell’Europa e che intende sostenere l’occupazione attraverso la formazione. Ma non è solo questo: con l’avvento di nuove tecnologie, il rapporto tra produttività e tempo lavorativo sarà completamente mutato e in futuro i due fattori saranno indipendenti. Entro una generazione, infatti, molte professioni scompariranno».
La soluzione, sempre secondo Casaleggio, è quella di mettere in atto meccanismi di redistribuzione del reddito che siano estranei al concetto di occupazione nel mondo del lavoro. «Possiamo intendere il reddito di cittadinanza – ha detto Casaleggio – come un primo passaggio di questa redistribuzione alla comunità di questa iperproduzione delle imprese».
Con questo reddito di cittadinanza, le idee di Casaleggio sono fuori portata
Un discorso che è visionario un tantino troppo. Non si capisce come l’attuale strumento del reddito di cittadinanza soltanto proposto dal Movimento 5 Stelle e non ancora determinato possa andare in questa direzione. Tenendo conto, poi, che i regimi di produzione industriale vanno verso il segno meno, non si comprende di quale iperproduzione si stia parlando. Certo, con 390 euro al mese per una platea ridotta di cittadini (è questa l’ultima stima Svimez in virtù delle risorse assegnate in manovra al reddito di cittadinanza) si potrà difficilmente rinunciare all’occupazione. La prospettiva dell’1% del nostro tempo da assegnare al lavoro entro il 2054 sembra davvero fuori portata.