La polemica tra il sindaco di Bergamo e la Regione Lombardia sui «dati dei decessi Covid secretati»

11/06/2020 di Enzo Boldi

Il cambio al vertice della direzione della Sanità in Lombardia non è passato inosservato. L’avvicendamento tra Luigi Cajazzo e Marco Trivelli dovrebbe rappresentare un cambio di passo in Regione, dopo le polemiche per la gestione (sanitaria) dell’emergenza coronavirus. I cambiamenti – se ce ne saranno, a livello pratico – si vedranno nelle prossime settimane. Nel frattempo, però, c’è una forte polemica tra il sindaco di Bergamo – Giorgio Gori – e la Regione sugli ultimi dati decessi in Lombardia.

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«Leggo che in Lombardia ieri ci sono stati 32 decessi per covid. Non si sa però dove, in quali provincia, perché la Regione non comunica più i dati divisi. Da quando abbiamo segnalato che i decessi erano molti di più di quelli ‘ufficiali’, hanno secretato i dati per provincia – ha scritto Giorgio Gori sul suo profilo Twitter -. Neppure i dati sui guariti vengono più comunicati, e si che sarebbero importanti per capire che oggi le persone ammalate sono poche. Spero che il nuovo Dig della Sanità Marco Trivelli parta da qui, dai dati e dalla trasparenza».

Dati decessi in Lombardia, la polemica tra Gori e la Regione

In un altro tweet, Giorgio Gori sottolinea come non sia un problema solo nella comunicazione dei dati decessi in Lombardia, ma anche sui guariti e nuovi positivi. Il sindaco di Bergamo, infatti, sostiene che non venga più fornita la suddivisione per comuni e province nei numeri che vengono quotidianamente forniti dalla Regione.

La replica della Regione

«Quanto scrive il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, non corrisponde al vero ed è privo di qualsiasi fondamento. La diffusione dei dati relativi al coronavirus da parte di Regione Lombardia verso le autorità sanitarie e verso i mezzi di informazione non è cambiata e continua a essere la stessa – si legge un una nota della Regione Lombardia -. Sostenere, per alimentare la polemica politica e senza alcun riscontro veritiero, che la Regione ‘secreti’ i dati non fa onore a chi rappresenta le istituzioni».

(foto di copertina: da Otto e Mezzo, La7)

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