Danilo Toninelli dice che sono stati 15 mesi intensi, come dimostra la rinascita di Genova

Un addio che vale più di mille parole. Anche se per farlo, Danilo Toninelli ci è andato davvero vicino alle 1000 parole. Con un lunghissimo post su Facebook l’ormai ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (che adesso verrà sostituito da Paola De Micheli, in quota Pd) ha voluto lasciare il suo ricordo di questi 15 mesi di governo, che lui stesso ha definito come «un’esperienza intensa come non mai».

Addio di Danilo Toninelli, le parole su Facebook

Danilo Toninelli, uno dei ministri maggiormente criticati sia dagli analisti, sia dalla satira, ha voluto ricordare così le sue gesta da titolare del dicastero strategico delle Infrastrutture: «Ho donato tutto me stesso, a volte anche sbagliando, come può capitare, ma comunque nella convinzione di aver agito, giorno dopo giorno, per l’esclusivo interesse dei cittadini. E i risultati stanno lì a dimostrarlo».

Segue un lungo elenco di azioni messe a referto dallo stesso Toninelli, che non poteva non partire dalla tragedia del ponte Morandi a Genova. In quella circostanza, una delle prime prove che Toninelli ha dovuto affrontare come ministro, il ministro si espose mediaticamente in maniera sin troppo dirompente. Fu lui il primo a parlare di revoca delle concessioni ad Autostrade e fu lui che, nel corso di una puntata di Porta a Porta, si fece scattare un selfie sorridente accanto al plastico del ponte Morandi.

Cosa è stato ricordato nell’addio di Toninelli

Eppure, adesso rivendica una presunta rinascita di Genova: «Lo dimostra Genova con i segni evidenti della sua rinascita dopo la tragedia del Morandi – ha scritto Danilo Toninelli -. La dedizione mia e del Governo per la città è stata assoluta: basti ricordare il miliardo che abbiamo impegnato per dare pronte risposte ad abitanti e imprese coinvolti nel crollo del ponte».

Ovviamente, i soldi per la ricostruzione sono stati il minimo che un governo possa aver fatto per una tragedia di queste dimensioni. E se è vero che il cantiere del nuovo ponte di Genova sono partiti (Toninelli aveva previsto la ricostruzione del ponte in «mesi, al massimo anni»), non si può certo dire che la città sia rinata, priva com’è di una sua infrastruttura strategica e con la lunga opposizione di un ministro che, in questi 15 mesi, ha bocciato più volte il progetto della Gronda.

Danilo Toninelli ha poi ricordato tutte le altre opere che sono state sbloccate in questi 15 mesi – un lavoro che dovrebbe essere di ordinaria amministrazione per un ministero delle Infrastrutture in un Paese moderno, ma che vengono presentate come trionfi – e dice di essere stato vittima, soprattutto in seguito alla sua presa di posizione su Autostrade – di una «campagna mediatica scientificamente pianificata contro la mia persona».

Nel post, Toninelli ha evitato accuratamente di parlare delle sue autorizzazioni al blocco degli sbarchi, firmate su impulso del ministro dell’Interno Matteo Salvini e ha omesso tutte le volte che quest’ultimo lo ha scavalcato, parlando di porti chiusi e di tutto il resto. Quanto alla campagna mediatica contro di lui, c’è da dire – e Toninelli è stato il primo ad averlo ammesso – che le sue gaffe clamorose non hanno giovato. Da oggi, tornerà a essere un parlamentare semplice del Movimento 5 Stelle. Chissà se la sua esposizione resterà la stessa.

FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI

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