Secondo Lega e Fratelli d’Italia, Marco Damilano ha violato la par condicio

E c'è anche una nota dell'Usigrai, molto critica dopo l'ospitata di Bernard Henry Levy che ha criticato i due leader Salvini e Meloni

21/09/2022 di Redazione

Il cavallo e la torre è il format di informazione che Marco Damilano conduce su Raitre, nella fascia preserale, quella tradizionalmente tra le più seguite tra gli spettatori delle televisioni del servizio pubblico. Ha scelto di ospitare l’opinione del filosofo Bernard Henry Levy che, nella puntata a lui dedicata il 19 settembre, si è lasciato andare a un durissimo attacco nei confronti di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni. Secondo Lega e Fratelli d’Italia, dunque, a cinque giorni dal voto, Marco Damilano viola la par condicio. I parlamentari dei due partiti in commissione di Vigilanza Rai sostengono che non è possibile realizzare una puntata del genere a ridosso del 25 settembre. E anche l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, concorda con questo punto di vista, inaugurando un inedito asse con i parlamentari del centro-destra.

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Marco Damilano viola la par condicio secondo Lega e Fratelli d’Italia

«Riteniamo che il pluralismo nel Servizio Pubblico debba applicarsi anche alle trasmissioni di rete come Il Cavallo e la Torre» – è il punto di vista dell’Usigrai. Fa eco il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, che dichiara: «Il conduttore, un giornalista esterno alla Rai, non solo è stato incapace di arginare la violenza verbale del suo ospite in piena par condicio e di riequilibrare l’evidente faziosità dello stesso, ma ha contribuito alla distorsione del dibattito con la sua premessa e con domande tendenziose. La vicenda è tanto più preoccupante in quanto avvenuta nel servizio pubblico, a pochi giorni dal voto, in apparente totale assenza di controllo editoriale».

Ma cosa ha detto Henry Levy? «Quando gli elettori portano al potere Mussolini, Hitler o Putin, la loro scelta non è rispettabile. La democrazia è volontà popolare, ma è anche il rispetto di alcuni principi fondamentali che caratterizzano la democrazia. Un fascista che arriva al potere attraverso le urne, non si converte automaticamente in democratico. Questo è il cuore del ragionamento populista che sta facendo del male all’Europa». Oltre a questa affermazione, sono arrivati diversi attacchi nei confronti di Salvini e di Meloni.

Questi ultimi hanno a loro volta attaccato Damilano e la trasmissione così condotta. Per Giorgia Meloni «paragona un’Italia a guida centrodestra ai peggiori regimi: se gli italiani votano FdI o Lega non vanno rispettati»; Salvini invece punta sull’aspetto economico: «C’è stato – dice Salvini – un comizio di Damilano, pagato mille euro a puntata, contro la Lega. Vi sembra normale in un servizio pubblico percepire mille euro a puntata? Un operaio li vede in un mese. È normale che lo paghino gli italiani? I comizi se li paga chi fa i comizi».

 

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