Napoli, crollo in un ex monastero: 5 operai coinvolti, due ricoverati

16/03/2018 di Redazione

Tragedia sfiorata questa mattina a Napoli. Cinque operai sono stati coinvolti in un crollo nel cuore del centro storico della città di parte murarie e di un ponteggio all’interno del Complesso di San Paolo Maggiore, in via San Paolo, in zona Tribunali. Il crollo, avvenuto intorno alle 9, ha coinvolto solo i cinque operai, impegnati in alcuni lavori di restauro. Precisamente il crollo sarebbe avvenuto all’interno del complesso in un chiostro interno con ingresso su via San Paolo, poco distante da via dei Tribunali.

 

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(Immagine da Google Maps)

 

Napoli, crollo nel Complesso di San Paolo Maggiore: due operai ricoverati

Il crollo si è dunque verificato a due passi da Napoli sotterranea, in una zona molto frequentata dai turisti. Sul posto oltre ai pompieri è giunta la Polizia. Ad operare per salvare gli operai anche la squadra Usar (Urban search and rescue) dei Vigili del Fuoco. Un primo bilancio comunicato era di tre operai tratti in salvo, feriti, e un operaio disperso. Inizialmente, erano circolate anche voci, mai confermate, di vittime. Un operaio è rimasto per più tempo sotto le macerie. I cinque operai sono stati portati in ospedale per accertamenti o per essere ricoverati. Di loro due sono rimasti in ospedale, uno al Cardarelli, in prognosi riservata, l’altro all’Ascalesi. I feriti hanno 33 e 45 anni e sono residenti nel Napoletano. Sempre secondo la Polizia erano regolarmente inquadrati nell’azienda di Napoli per la quale stavano effettuando i lavori.

I lavori sul Complesso di San Paolo Maggiore sono iniziati alcuni mesi fa, precisamente a agosto 2017, nell’ambito del ‘Grande Progetto Centro storico di Napoli – Valorizzazione del sito Unesco’ lanciato dal Comune. Il progetto di restauro e di valorizzazione ha l’obiettivo di potenziare i valori culturali ed economici del sito, con l’allestimento del museo dell’opera e della pinacoteca, la sistemazione del chiostro e della sala auditorium e la realizzazione di spazi di accoglienza e di promozione didattica. La fine dei lavori, per 3 milioni di euro, è prevista la prossima estate.

Le possibili cause

A qualche ora dal crollo a San Paolo Maggiore si è è subito cominciato a parlare delle possibili cause di quella che poteva diventare una tragedia. Forse la pioggia «ma anche un quadro fessurativo pregresso molto grave che forse doveva essere puntellato meglio», sono le ipotesi al vaglio secondo il geometra Pezzella dell’ufficio Sicurezza abitativa del Comune di Napoli. «Quello che sappiamo ora – ha spiegato in mattinata – è che durante i lavori di ristrutturazione del convento, credo regolarmente autorizzati dalla Soprintendenza, è crollata una parte dell’arcata del cortile antico coinvolgendo gli operai. Per fortuna, tranne uno che sembra in condizioni gravi, gli altri stanno bene».

Il racconto di un vigile del fuoco: «Abbiamo scavato con le mani»

Significativa la testimonianza di uno dei soccorritori degli operai. I vigili del fuoco intervenuti hanno scavato con le mani, con il pericolo di ulteriori crolli, in quelli che hanno definito «momenti interminabili». A parlare alla stampa per raccontare le operazioni di soccorso di un operaio rimasto sotto le macerie è stato Domenico Caputo, vice dirigente dei Vigili del fuoco. «Abbiamo trovato l’operaio sepolto e altri due che erano stati sbalzati fuori – ha detto – abbiamo scavato con le mani perché c’erano situazioni pericolanti e utilizzare mezzi meccanici avrebbe comportato delle vibrazioni e quindi il rischio di altri distacchi». Secondo Caputo, quello che è successo «è stato il crollo di due pilastri con le rispettive volte nel chiostro del convento». Come il geometra dell’ufficio comunale anche il vice dirigente dei vigili del fuoco ha spiegato stamane che è prematuro individuare le cause del crollo: «Bisogna ricostruire il progetto di cantiere, adesso non si può dire nulla».

(Immagine da Google Maps)

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