Da 20mila a 7mila dollari: il Bitcoin è crollato. Le altre criptovalute pure

06/02/2018 di Redazione

Ci sarebbe la Corea del Nord dietro l’attacco hacker e il furto di 500 milioni di dollari di Bitcoin di cui è stata oggetto la giapponese Coincheck, uno dei principali exchange mondiali di criptivalute. È quanto riportano i media americani, citando fonti dell’intelligence della Corea del Sud.

I media Usa: Corea del Nord dietro il furto di 500 milioni di dollari di Bitcoin

Il furto di monete è avvenuto a fine gennaio ha evidenziato ancora una volta una debolezza della tecnologia blockchain, una piattaforma virtualmente impenetrabile ed estremamente sicura. Coincheck aveva affermato di essere disponibile a rimborsare i clienti derubati usando capitali proprio, ma il danno di immagine ormai è stato comunque rilevante, e non riguarda solo la singola società. Il furto da 500 milioni è stato solo l’ultimo di una serie di violazioni milionarie che hanno interessato pressoché tutti i sistemi per la compravendita delle criptovalute. Secondo una stima (ne ha parlato Lex Sokolin, direttore globale della strategia fintech presso la società di ricerca Autonomous Research) solo dal 2014 al 2015 gli hacker hanno rubato circa 1,2 miliardi di dollari di bitcoin e ether (ma il valore è poi aumentato sensibilmente). Il crypto hacking potrebbe aver fatturato annualmente oltre 200 milioni di dollari.

Il crollo del valore del Bitcoin e delle altre criptovalute

Intanto il valore del Bitcoin è crollato. A metà dicembre è stato toccato un picco a ridosso di quota 20.000 dollari, e successivamente c’è stata un’oscillazione intorno a 18-19mila, altre criptovalute hanno proseguito la corsa toccando i massimi a inizio gennaio. Poi la retromarcia. Il Bitcoin si è più che dimezzato arrivando oggi sotto i 7mila dollari, -200% rispetto a venerdì, il livello più basso da novembre. Per quanto riguarda le altre criptovalute Ethereum è ora a quota 780 dollari da un picco di 1.390 di metà gennaio. Ripple è piombato a 0,8 dollari da 3,5 a inizio gennaio. Intanto le banche inglesi e americane stringono i freni sull’acquisto di bitcoin e di altre valute virtuali da parte dei propri clienti con carte di credito. Lo ha fatto Lloyds, leader britannico nelle carte di credito, seguendo la decisione di JP Morgan Chase e Citigroup. Secondo Mastercard negli ultimi tre mesi dell’anno gli acquisti di criptovalute hanno generato un aumento dell’1% dei volumi delle transazioni.

(Foto Zumparess da archivio Ansa. Credit: Gil Cohen Magen / Xinhua via ZUMA Wire)

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