Per coprire il presunto stupro, Cristiano Ronaldo si è affidato a Olivia Pope

Cristiano Ronaldo è stato accusato di stupro, e per gestire le ripercussioni sulla sua immagine si è affidato all’agenzia londinese Schillings, specializzata nel “crisis management“. A molti avrà ricordato lo studio di Olivia Pope, la fixer della serie tv Scandal, il cui mantra è «I’m gonna fix this», ovvero «sistemerò tutto io». È però la serie a prendere spunto dalla realtà: queste agenzie esistono davvero, e fanno un lavoro che in Italia ancora non è proprio riconosciuto, ma di cui, di questo passo, si avrà gran bisogno.

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Fixer, chi sono e cosa fanno

Il termine “fixer” arriva dal verbo inglese to fix, sistemare. I fixer non sono giornalisti, non sono avvocati, non sono psicologi, ma sono un po’ di tutto.  Vengono consultati da personalità di spicco nei momenti di crisi: scandali, accuse, dichiarazioni sbagliate, leak di immagini o video compromettenti. L’ultimo ad essersi affidato alla loro esperienza è Cristiano Ronaldo, in pieno scandalo di violenza sessuale. Sul sito ufficiale l’agenzia Schillings da lui scelta  promette di aiutare i propri clienti a «prendere il controllo di fronte alle minacce più comuni in questo mondo in rapida evoluzione e imprevedibile». Invasione della privacy, scandali, fake news, ricatti, persino divorzi. Non c’è nulla che il team di fixer non possa fare, e conta al suo interno esperti di intelligence, investigatori, cyber specialisti, consulenti del rischio, avvocati e personalità di spicco del settore militare, bancario e governativo. Un team che opera in stretta collaborazione per salvare il cliente: sono i “gladiatori” di Scandal.

Si occupano di recuperare l’immagine pubblica del cliente, a prescindere che le accuse o le polemiche siano fondate o meno. Olivia Pope ci ha mostrato gli intrighi dentro la Casa Bianca, dove il suo ruolo è stringere accordi, fare sottili ricatti, ridisegnare l’immagine di un personaggio – nel suo caso è spesso il Presidente degli Stati Uniti o le persone a lui più vicine – per ottenere o ri-ottenere il consenso dell’opinione pubblica. Dal pagamento a testimoni scomodi fino ad un restauro del look: i fixer sistemano davvero tutto.

Fixer, sembrano creature televisive ma sono reali

Il personaggio di Olivia Pope è modellato su una fixer reale, che proprio come lei opera sopratutto a Washington. Si chiama Judy Smith, ed è la fondatrice e presidente della Smith & Company, una società leader di consulenza strategica con sedi a Washington D.C., New York e Los Angeles. In 25 anni di carriera, Judy Smith «ha portato la sua unica combinazione di capacità comunicative, competenza nei media, capacità legale e politica a vantaggio dei suoiclienti di fronte a una vasta gamma di problemi e sfide in tutti gli Stati Uniti e all’estero» o almeno così recita la sua descrizione sul sito ufficiale. Una descrizione che le rende giustizia, se si pensa che é stata Assistente speciale e vice segretario stampa per il Presidente Usa George H.Bush e tra i suoi clienti annovera nomi come Bill Cosby e  Monica Lewinsky, e società come Uber e General Motors. Nel suo libro “Good Self, Bad Self”  racconta l’ABC del fixer perfetto.

Innanzitutto, «la priorità è il cliente», Olivia Pope docet. Una volta che uno studio accetta un caso, le questioni morali o di veridicità passano in secondo piano: bisogna salvare la reputazione del cliente. Al giorno d’oggi è fondamentale avere presente l’impatto dei social media. Twitter e Facebook sono strumenti quotidiani per i fixer, perché è proprio attraverso questi canali che si forma il parere della gente. «I social media, per me, sono solo una spina nel fianco. È doloroso – ha detto a questo proposito Judy Smith – Per noi in crisi, ha totalmente cambiato il nostro modo di fare business. È un grande, grande cambiamento delle regole del gioco». Ecco perché a volte si ha la sensazione di vedere nei propri feed notizie sulle buone azioni di un personaggio X al centro di uno scandalo, o alcune dichiarazioni sembrano cadere dal cielo in suo aiuto. Nessun caso, è tutto frutto di un’attenta strategia. Un po’ come hanno sempre fatto gli addetti stampa e i consulenti di immagine, solo potenziato al massimo livello. 

Fixer, da Judy Smith a Strickling

Non c’è solo Judy Smith. Nel mondo sono moltissime le agenzie che svolgono questo lavoro, e alcuni sono saliti alla ribalta. Come Anthony Pellicano, che si autodefiniva il “mangiatore di peccati” e che ha coperto alcuni degli scandali più grossi di Hollywood e delle celebrities americane. Quando Michael Jackson venne accusato di aver molestato una ragazzina di 13 anni, apparve magicamente un nastro in cui la famiglia della presunta vittima  discuteva l’intento di voler estorcere denaro alla popstar. Dietro a quel nastro, c’eraproprio Pelicano. Fu sempre lui a bloccare la pubblicazione sui tabloid americani della notizia, apparsa su una rivista inglese, di una donna che si proclamava amante di Kevin Costner. Altro fixer storico Howard Strickling, che gestiva tutte le questioni scomode della casa di produzione cinematografica MGM.

In Italia, quando si parla di fixer ci si riferisce al significato giornalistico del termine, ovvero delle “persone sul luogo” che possono aiutare i giornalisti inviati per muoversi in modo appropriato in una cultura che non conoscono, in territori di conflitti, o per agganciare i contatti giusti per andare a fondo della propria storia. Esistono però persone che si occupano di “crisi management” per le aziende. Un esempio è il #boicottabarilla, nato quando Guido Barilla nel corso di un’intervista radiofonica nel 2013 dice :«Non faremo pubblicità con omosessuali, perchè a noi piacciono le famiglie tradizionali» ritrovandosi al centro di polemiche, sopratutto social, che si chiusero grazie ad un acuto comunicato stampa. È solo uno dei tanti esempi in cui a gestire la crisi sono esperti di comunicazione o addetti stampa, ma vista l’aria che tira probabilmente la figura del Fixer emergerà anche nel nostro paese, e forse gli audio di Casalino rimarranno solo un ricordo. 

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( credits immagine: Ronaldo ì © Alberto Gandolfo/Pacific Press via ZUMA Wire ; Olivia pope: immagine condivisa su instagram da @amantesdacamisabranca)

 

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