Conto alla rovescia verso l’autodistruzione

Il Movimento 5 Stelle sarà anche biodegradabile. Il Partito Democratico avrà anche attraversato una fase lunghissima di crisi restando, bene o male, a livelli accettabili di consenso nelle varie tornate elettorali. Ma la mossa di Matteo Salvini, oltre a fare breccia in una ormai ex alleanza, sembra aver colpito indirettamente tutti gli attori coinvolti in questa situazione. Inevitabile una crisi Pd-M5S, insomma.

Crisi Pd-M5S, Matteo Salvini ha innescato anche questa

D’accordo, nessuno era realmente preparato a questa situazione. Sembrava una delle tante minacce annoiate, di quelle che si ripetono ogni giorno. In realtà è esplosa per motivi che, ancora oggi dopo quasi una settimana dalla sua deflagrazione, non smebrano ben chiari. L’accelerata di Matteo Salvini ha definitivamente messo ko il Movimento 5 Stelle che adesso, pur di temporeggiare, è disposto a fare un accordo con il Partito Democratico. Quello stesso Pd che era stato definito una puntata di Ballarò nel 2013, che era stato guidato da un «ebetino» nel 2015 (il copyright è di Beppe Grillo), che è stato il partito dei #senzadime dopo il 4 marzo del 2018 e che, soltanto qualche giorno fa, è diventato il Partito Di Bibbiano.

Il Movimento 5 Stelle, sia nel caso in cui dovesse riuscire a fare un esecutivo di scopo con il Pd, sia nel caso contrario, sarà comunque destinato all’emorragia di consenso. L’ultima contraddizione, quella più grande, quella che probabilmente non verrà mai perdonata: l’accordo con il Pd o il tentativo di mettersi insieme alla forza vista sempre come il male assoluto dall’elettorato sarà la pietra tombale di un Movimento che era stato già prosciugato dal suo essere remissivo nei confronti di Matteo Salvini.

Crisi Pd-M5S, Renzi e Zingaretti è tira e molla

La crisi di governo rischia di spaccare definitivamente il Pd e di mandare in confusione anche i più ottimisti tra i dem. Nicola Zingaretti sbagliava (ovviamente in ottica renziana) quando cercava il dialogo con i pentastellati. Nicola Zingaretti sbaglia ora che si è appiattito su una posizione opposta (il rifiuto di un governicchio con il M5S), mentre Matteo Renzi è già andato Avanti! proponendo – questa volta lui – l’intesa con il Movimento 5 Stelle. E per questo motivo, si è preso anche l’insulto di Beppe Grillo che, però, allo stesso tempo, sembra non essere attratto da un ritorno alle urne, lanciando una crociata contro i nuovi barbari.

Il caos, insomma. Dalla direzione di oggi del Partito Democratico è arrivato soltanto un appello all’unità. Chissà dove andrà a finire questo stesso appello, dopo il de profundis di Carlo Calenda che ha dato per spacciato il Pd e per nascente il nuovo partito renziano Azione Civile. Al netto del fatto che i toni di Calenda sono sempre stati un po’ troppo affrettati e improvvidi, la situazione vista dal di fuori sembra davvero disperata.

Urne o non urne, Matteo Salvini sembra viaggiare verso una coalizione dalla maggioranza assoluta (con Fratelli d’Italia e Forza Italia supererebbe il 50%). Il tutto con un’Italia che si avvierebbe verso una sessione di bilancio drammatica. È il post-futurismo. Un terreno inesplorato.

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