Crisanti: «Con 7mila contagi, ci sono 140mila potenzialmente infetti»

Il microbiologo dell'Università di Padova spiega cosa succede con l'aumento dei contagi

15/10/2020 di Redazione

Un elemento che, ad esempio, avrebbe dovuto fornirci l’app Immuni ma che, sia a causa del basso numero di download, sia a causa di mancate comunicazioni alle Asl o dalle Asl, non è passato all’attenzione dell’opinione pubblica. E allora arriva Andrea Crisanti, il microbiologo dell’Università di Padova autore del modello Vo’ Euganeo, che a La Stampa spiega cosa succede oggi che in Italia si sono registrati più di 7mila casi di coronavirus in un solo giorno.

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Crisanti e le 140mila persone potenzialmente infette con 7mila positivi al giorno

Secondo lo scienziato, infatti, per ogni contagiato occorrerebbe valutare le condizioni di almeno 15-20 persone entrate in contatto con lui. Questo dovrebbe suggerire un isolamento domiciliare fiduciario per almeno 140mila persone (soltanto nella giornata di ieri, si intende), perché ciascuna di queste 140mila persone, essendo entrate in contatto con un positivo, potrebbe risultare positivo a sua volta a un test sul coronavirus.

Invece, constata il microbiologo, al momento si legge che soltanto 1300 persone sono finite in quarantena: «Vuol dire – afferma a la Stampa – che il 95% di quelle persone potenzialmente infette è in giro per il Paese». Una situazione che, dati alla mano, rischia di sfuggirci di mano o che ci è già sfuggita di mano. Per questo motivo, nelle scorse ore, Crisanti era stato una delle voci autorevoli a parlare esplicitamente di un nuovo lockdown, magari nel periodo natalizio, quando le attività scolastiche saranno sospese per le vacanze.

Cosa ci resta da fare, secondo Crisanti, per provare ad arrestare la curva

Una prospettiva che aveva fatto molto discutere – vista l’autorevolezza della fonte – e che aveva scatenato subito i malumori degli esercenti delle attività commerciali e turistiche, che devono ancora emergere dal periodo complicatissimo dal punto di vista economico causato dal lockdown della scorsa primavera.

Crisanti è pessimista sul fatto che il contact tracing, ormai, possa in qualche modo arrestare la diffusione dei contagi. E allora non ci resta che l’arma di evitare i contatti con le persone. Da questo punto di vista, le misure del governo possono essere un primo passo, ma non si possono escludere delle misure più restrittive, soprattutto per alcune aree geografiche: da questo punto di vista, saranno fondamentali le prossime due settimane.

 

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