Cosa sta succedendo nella faglia che ha fatto tremare il Molise

17/08/2018 di Redazione

Ieri notte il Molise ha tremato. Per la seconda volta in meno di 48 ore con una scossa più forte della notte di Ferragosto: magnitudo 5.1. Molte persone hanno dormito fuori dalle proprie abitazioni. La scossa, avvertita in gran parte del Sud Italia, fa parte di una lunga sequenza che sta preoccupando l’Ingv.

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«Sono certamente dei segnali importanti, da non sottovalutare. Come meccanismo è probabilmente analogo a quelli più distruttivi del 2016, nel Centro Italia. Previsioni però non si possono fare. Piuttosto, sono campanelli d’allarme. E quest’ultima va considerata una scossa forte», ha spiegato a La Stampa Enzo Boschi, ex presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. A nove chilometri di profondità, ha spiegato Boschi, «è avvenuta una frattura della crosta terrestre». «Una profondità tipica – ha aggiunto – in Italia. Meno è profonda la frattura, più è pericolosa, perché la crosta terrestre in superficie è più dura. In profondità, invece, le rocce sono vicine al punto di fusione. Come con una barretta di cioccolata: se è calda si modella; se è fredda si spezza».

Oggi Repubblica ha sentito diversi sismologi. Rispetto a quello accaduto nel 2016, quello in Molise sembra esser una cosa completamente diversa. Carlo Doglioni, presidente Ingv spiega: «L’Appennino tende a distendersi. Nell’Italia centrale lo fa allargandosi maggiormente verso est. Nell’Italia meridionale, dal Gargano in giù, la distensione avviene più a ovest, verso il Tirreno. Fra questi due tipi di movimento esiste una zona di svincolo che corre da est a ovest proprio lungo questa fascia del Molise, vicino Montecilfone. Un meccanismo simile nel 2002 provocò il sisma di San Giuliano di Puglia». Concetta Nostro, sismologa dell’Osservatorio nazionale Terremoti spiega: «Le faglie in Molise sono orizzontali, sono orientate in direzione est-ovest e scorrono l’una accanto all’altra. Si parla infatti di movimento trascorrente. Lo scorso 25 aprile c’era già stata una scossa 4.3». Il sisma del 2016 invece fu su faglie oblique. Non è possibile sapere se ci saranno altre scosse e non si può quantificare l’eventuale intensità futura. Apparentemente però si tratta di un movimento differente.

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