Cosa vuol dire bannare qualcuno e perché a volte si può rivelare un’arma a doppio taglio?

Il ban è uno strumento di difesa ma, talvolta, può anche essere un'arma d'attacco e di limitazione della libertà di espressione

24/02/2021 di Ilaria Roncone

Cosa significa bannare? Nel mondo di oggi, che vive e si sviluppa principalmente su Internet, bannare è un termine molto comune che viene utilizzato tanto spesso e in diversi contesti. Per molti il significato potrebbe non essere immediato, per questo – facendo un pezzo di approfondimento su cosa vuol dire bannare – partiamo proprio dalla definizione che ne dà la Treccani: «Azione punitiva intrapresa nei confronti di utenti che contravvengono alle regole delle comunità virtuali e dei social network, venendone conseguentemente esclusi». Essere bannato, quindi, vuol dire essere punito per non aver rispettato le regole e le norme del web che – è importante ricordarlo – è e deve essere sempre più soggetto a regolamentazione quando si parla di comportamenti scorretti. Il termine deriva dall’inglese “to ban”, che tradotto vuol dire bandire.

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Che significa bannare e quali sono le conseguenze

Le persone possono essere bannate dai forum, dalle pagine, dai gruppi e dai profili di chiunque e a deciderlo sono gli admin e i gestori dello spazio virtuale dove i comportamenti lesivi della netiquette – la buona creanza online che deve essere rispettata e che è fatta di una serie di divieti -. Ci sono molti comportamenti che violano quella che dovrebbe essere la buona educazione con la quale tutti si dovrebbero esprimere nella vita reale e nella vita virtuale: spam – la condivisione di contenuti da pubblicizzare senza che a volte ci sia nemmeno un legame con il luogo dove li si condivide -, violenza verbale – insulti espliciti a qualcuno o minacce -, discorsi offensivi – quelli che stigmatizzano intere categorie o che incitano all’odio -, condivisione di contenuti sessualmente espliciti in contesti inadeguati.

Tutti questi atteggiamenti comportano il ban, appunto, che avviene solitamente per mano dell’administrator, ovvero l’amministratore dello spazio virtuale in cui è stata commessa la scorrettezza, o di un moderatore. I moderatori, in particolare, intervengono in tutte quelle conversazioni sotto gli articoli di giornali postati suoi social, spazi in cui spesso capita che persone che non la pensano allo stesso modo si “azzuffino” virtualmente arrivando anche a utilizzare parole e modi molto volgari. A volte è possibile che il ban venga operato anche da un software in maniera automatica – questo il caso in cui si rischia di sbagliare perché i software, ad esempio, non sono in grado di distinguere il tono ironico di una persona -. Cosa significa bannare un utente, quindi? Significa avere cura e tutelare l’intera comunità web di riferimento e, in base alla gravità dell’azione, l’espulsione può essere temporanea o definitiva.

L’arma a doppio taglio del ban

Cosa significa bannare qualcuno quando non ce ne sarebbe ragione? Il ban è un’azione che moderatori e admin possono attuare in qualsiasi comunità virtuale su Internet: dai forum alle chat, dai guestbook ai giochi online passando per la stessa pagina di Wikipedia e per i blog. Si tratta di uno strumento necessario di difesa nei confronti di chi non rispetta le regole di una determinata comunità alla quale ha scelto di unisti ma – in certi casi – se ne può abusare. Sono molte le persone che possono raccontare di essere state bannate per via del fatto di aver espresso opinioni lecite – che non istigano alla violenza e all’odio, per intenderci – in un contesto in cui gli amministratori non la pensavano come loro. Una situazione spiacevole ed estremamente fastidiosa per chi la subisce e che sottolinea come la possibilità di bannare utilizzata male possa essere un grande limite della libertà di espressione.

Tipologie e caratteristiche dei ban

Chiarito che si tratta di uno strumento di difesa che comporta anche dei rischi, il ban può essere utilizzato in affiancamento a un altro strumento che risulta meno incisivo in termini di tempistiche ma che è – a tutti gli effetti – un anticipazione del ban. Stiamo parlando del kick, un vero e proprio avvertimento per l’utente che viene cacciato per qualche secondo fuori dalla stanza e che poi può rientrare. Il messaggio è chiaro: il tuo comportamento sta prendendo una direzione sbagliata che vìola le norme della comunità nella quale ti trovi, quindi stai attento a ciò che dirai e farai una volta rientrato. Il ban ha un doppio scopo: punitivo nei confronti dell’utente a cui viene imposto e tutelativo nei confronti della comunità che viene effettivamente protetta da quella persona e dalle sue azioni lesive nei confronti delle regole, dei gruppi o dei singoli individui che partecipano.

Dei ban sono spesso obiettivo i troll, le persone che fanno di tutto per alimentare litigi tramite flame – messaggi offensivi e deliberatamente provocatori inviati da un utente di una comunità virtuale o a un altro utente o all’intera comunità -. Esistono due tipologie di ban a seconda della durata: abbiamo il ban temporaneo, a causa del quale un utente viene sospeso per un lasso di tempo definito e che, una volta caduto, permetterà all’utente di rientrare nella comunità se lo vorrà; c’è poi il ban permanente, che impedisce a chi è colpito di rientrare a tempo indefinito nella comunità virtuale. La celta della tipologia di ban dipende dalla gravità dell’infrazione commessa.

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