Cosa ha in mente il Governo sul Mes?
02/12/2019 di Daniele Tempera
La riforma del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, è ancora al centro della bufera politica con la destra sovranista che non smette di accusare il governo di “tradimento degli interessi nazionali”. Una dinamica che inquieta anche l’esecutivo, tanto da costringere ieri la maggioranza a una riunione a porte chiuse per trovare una quadra sulla discussa riforma. L’impressione però è che le soluzioni evocate si prestino più a un uso comunicativo, che effettivo.
La “missione” di Gualtieri e il ruolo del Parlamento
La parole d’ordine della riunione di ieri, disertata da “Italia Viva con Renzi che in tv ha chiosato piuttosto altezzosamente: «Se la vedessero fra di loro. Si mettano d’accordo», sono “logica di pacchetto”. Tradotto: l’idea è quella di ancorare la decisione sul Mes a specifiche condizioni. La prima, secondo il Corriere della Sera, è puntare sulla trattativa che il ministro Gualtieri è pronto a mettere in atto da mercoledì a Bruxelles. Il governo giallorosso vorrebbe condizionare il via libera alla riforma del Mes al completamento dell’unione bancaria con la garanzia europea sui depositi bancari.
Una strada che sembra abbastanza impervia, anche se da Berlino si vedono timidi spiragli: «C’è sempre e c’è sempre stato spazio per la trattativa per i singoli Paesi, ma ci sono anche regole che vanno rispettate nell’interesse di tutti i Paesi membri» ha affermato oggi il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino sul dibattito in Italia sul Mes. Seibert ha sottolineato però che «la posizione tedesca non è cambiata” e che la trattativa si farà in Europa».
Ma non solo, il piano del governo prevede anche un pieno coinvolgimento del Parlamento. «Ogni decisione sul Mes diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo» fanno sapere dal vertice di Palazzo Chigi. L’idea è quella di ancorare ogni decisione sul MES all’approvazione legislativa di una risoluzione che dia al Governo il semaforo verde la riforma.
La stoccata di Di Maio
L’impressione è tuttavia che anche il MES si sia trasformato nell’ennesimo terreno di scontro elettorale: «Stiamo solo lavorando nell’interesse dei cittadini italiani. Ma questo per i giornali e per il sistema è surreale. Loro concepiscono la politica come una continua imposizione dall’alto. Per loro o segui quello che dice qualche euroburocrate, oppure sei un ignorante, un imbecille, un attentatore della democrazia. Avete capito bene: secondo loro sarebbe il MoVimento 5 Stelle ad attentare alla democrazia, proprio noi che ci siamo spesi per non far firmare una cambiale in bianco agli italiani» ha chiosato Di Maio dalla sua immancabile pagina Facebook.
Ancora una volta c’è il tentativo di porsi come partito “antisistema”, ancora una volta viene evocato “il sistema che vuole zittire il Movimento”. L’ennesimo segno di una campagna elettorale permanente lunga ormai anni.