Cosa ha detto effettivamente Amnesty International sull’obbligo vaccinale

In questi giorni Amnesty International viene citato da parecchie testate e sui social come contro l'obbligo vaccinale. Vediamo la dichiarazione in merito nella sua interezza

17/01/2022 di Ilaria Roncone

Nella giornata del 14 gennaio Amnesty International Italia ha pubblicato un articolo per chiarire la sua posizione in merito alle «misure adottate dal governo per combattere il covid-19». Si tratta di un testo che chiarisce il pensiero di Amnesty su obbligo vaccinale e che, come si può notare in cima alla pagina – appena sotto il titolo – prevede un tempo stimato di lettura pari a sette minuti. Un discorso che fa una premessa, indica la posizione della ong in merito a Green Pass rafforzato e obbligo vaccinale e spiega per filo e per segno le motivazioni che ci sono dietro le conclusioni di Amnesty.

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Le porzioni di discorso riprese da giornali e social

A partire da venerdì scorso, quindi, sono diverse le testate che hanno cominciato a citare il parere della ong e oggi Amnesty International è in tendenza su Twitter proprio per porzioni dell’ampio discorso fatto. Per avere un quadro completo di quanto l’organizzazione ha detto è bene andare a leggere il testo da cima a fondo, analizzandolo nella sua interezza e traendo conclusioni solo al termine della lettura (possibilmente evitando i tanti insulti nei confronti del governo e le imprecisioni come “Amnesty International chiede la fine dello stato di emergenza”).

Cosa dice Amnesty su obbligo vaccinale e sui recenti provvedimenti in Italia

Partiamo proprio dallo stato di emergenza e citiamo il testo di Amnesty: «Amnesty International Italia sollecita il governo a riconsiderare attentamente se prorogare la misura oltre il 31 marzo 2022, in quanto tutte le misure di carattere emergenziale devono rispondere ai principi di necessità, temporaneità e proporzionalità». Non è la richiesta del cessare immediato dello stato di emergenza – come alcuni lasciano intendere sui social – ma il preciso invito a non prorogare la misura oltre il 31 marzo 2022 poiché una misura emergenziale – in quanto tale – deve rispettare i criteri di necessità, temporaneità e proporzionalità.

Passiamo alla parte che riguarda l’obbligo vaccinale: cosa afferma Amnesty in questo frangente? Constatando che un accesso equi ai vaccini nel mondo non è stato garantito e riconoscendo «la legittima preoccupazione degli stati di aumentare i tassi di vaccinazione come parte di un’efficace risposta di salute pubblica al Covid-19», la ong afferma di non sostenere «i mandati di vaccinazione obbligatoria generalizzati» esortando tutti gli stati a «considerare qualsiasi requisito di vaccinazione obbligatoria solo come ultima risorsa e se questi sono strettamente in linea con gli standard internazionali sui diritti umani».

La vaccinazione obbligatoria, quindi, deve essere l’ultima risorsa ma Amnesty fa un’ulteriore specifica in merito che scegliamo di riportare qui interamente per una migliore comprensione del testo, privo di filtraggio da parte nostra:

Sebbene sostenga che gli stati debbano concentrarsi sull’aumento dell’adesione volontaria al vaccino, Amnesty International riconosce che ci sono alcune eccezioni limitate che possono permettere agli stati di imporre l’obbligo di vaccinazione, purché questi requisiti soddisfino i principi di legalità, legittimità, necessità, proporzionalità e non discriminazione. Questo significa che ci sono casi in cui l’obbligo di vaccinazione può essere giustificato, purché sia stabilito dalla legge, ritenuto necessario e proporzionato a uno scopo legittimo legato alla protezione della salute pubblica, e fornisca garanzie e meccanismi di monitoraggio per assicurare che questi requisiti non si traducano in violazioni dei diritti umani. Inoltre, tutti gli stati devono assicurarsi che qualsiasi proposta di obbligo di vaccinazione sia mirata, limitata nel tempo e adottata solo come ultima risorsa. Deve anche essere accompagnata da una logica basata sull’evidenza che spieghi perché l’obiettivo non possa essere raggiunto con misure meno restrittive.

I requisiti perché l’obbligo vaccinale possa esistere e le caratteristiche dell’obbligo stesso così come le definisce Amnesty, attualmente, sono stati rispettati.

La questione Green Pass rafforzato per lavorare

Anche sul Green Pass rafforzato Amnesty si esprime chiaramente: deve essere «limitato nel tempo» con la garanzia da parte del governo che i cittadini possano godere dei diritti fondamentali, ovvero «diritto all’istruzione, al lavoro e alle cure con particolare attenzione ai pazienti non-Covid che hanno bisogno di interventi urgenti e non devono essere penalizzati».

Tra le frasi più citate c’è quella inerente il diritto a lavorare e a usare i mezzi di trasporto, che viene collocata all’interno del più ampio discorso che abbiamo appena fatto e compare appena dopo l’ultima frase che abbiamo riportato tra virgolette: «In ogni caso, Amnesty International Italia chiede che siano previste misure alternative – come l’uso di dispositivi di protezione e di test Covid-19 – per permettere anche alla popolazione non vaccinata di continuare a svolgere il proprio lavoro e di utilizzare i mezzi di trasporto, senza discriminazioni».

Un’ultima nota riguarda il diritto alla manifestazione pacifica del dissenso, che deve continuare a essere garantito, insieme al diritto di cronaca degli operatori e delle operatrici dell’informazione.

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