Salvini, nell’elenco dei buonisti finisce anche la Corte di Strasburgo

La decisione della Corte europera dei diritti dell’uomo di Strasburgo sul Camping River non è piaciuta a Matteo Salvini, che l’ha immediatamente fatta entrare nell’elenco dei buonisti. La nuova parola utilizzata dal ministro dell’Interno per definire prese di posizione, atti o persone che difendono i diritti degli immigrati e degli stranieri (o che hanno, in maniera invariabile, opinioni diverse rispetto a quelle del governo M5S-Lega) viene applicata anche all’assise che difende i diritti dell’uomo e del cittadino.

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Corte Strasburgo buonista, il tweet di Matteo Salvini

La Corte di Strasburgo aveva stabilito che lo sgombero del campo rom Camping River deciso dal comune di Roma doveva essere rinviato, almeno fino al 27 luglio perché non era stato dato il tempo necessario agli occupanti per trovare una nuova sistemazione. Eppure, Matteo Salvini ha voluto commentare così la decisione della Corte: «Ci mancava il buonismo della Corte Europea per i Diritti dei Rom».

Corte Strasburgo buonista, le reazioni della politica

Immediate le polemiche contro il ministro dell’Interno per questa sua affermazione lesiva di un organismo internazionale. Il primo a rispondere a Matteo Salvini è stato l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando che, sempre su Twitter, ha affermato: «La Corte di Strasburgo non è “buonista”, applica la Convenzione europea dei diritti dell’uomo sottoscritta dai Paesi democratici per affermare i diritti fondamentali e come rifiuto di ogni totalitarismo».

Insomma, una polemica – quella sollevata da Matteo Salvini – che sembra sterile e strumentale. Mettere in discussione i principi generali che riguardano i diritti dell’uomo e del cittadino non fa parte del bagaglio di un ministro e di un rappresentante delle istituzioni. Ma questo, evidentemente, sembra non preoccupare Salvini. Ma preoccupa molto noi.

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