Coronavirus: cresce il numero delle vittime e sale l’allerta dell’Oms

Non si arresta il numero dei contagiati dal coronavirus 2019-nCoV: sarebbe salito, secondo le stime delle autorità cinesi, a oltre 2700 il numero delle persone affette, mentre i morti sono lievitati drammaticamente a quota 81. Numeri che si sovrappongono alle nuove rivelazioni dei ricercatori: secondo uno studio pubblicato dalla rivista scientifica “The Lancet”, il virus non sarebbe partito dal mercato del pesce di Wuhan, come si credeva fino a oggi. La prima infezione si sarebbe infatti verificata il 1°dicembre e i ricercatori sottolineano che “non ci sono legami epidemiologici fra il primo paziente e gli altri casi”. Una data abbastanza lontana dai primi 41 casi esaminati dal gruppo di ricerca cinese guidato da Chaolin Huang, dell’ospedale Jin Yin-tan di Wuhan. I ricercatori avevano ai tempi rivelato infatti, che 27 delle 41 persone (pari al 66%) erano stati al mercato a partire dal 10 dicembre.

L’ammissione del sindaco di Whuan

E mentre Whuan assomiglia sempre di più a una città fantasma, il sindaco ammette che ci sono stati errori nella gestione della Crisi. Protetto da una mascherina, il Primo Cittadino Zhou Xianwang, sarebbe apparso nella tv pubblica CCTV e avrebbe ammesso di “non aver lasciato trapelare notizie rilevanti per tempo e di non aver utilizzato notizie rilevanti per migliorare il proprio lavoro”. Una scelta obbligata: il Guardian riporta scene di rabbia registrate tra i residenti che lamentano di non essere stati informati sui rischi del virus, né sulle precauzioni da prendere, mentre la città, come le altre della provincia rimane in quarantena.

Le autorità cinesi sottolineano inoltre che ci sono 400 persone attualmente in condizioni critiche per il virus che intanto fa registrare casi anche fuori dal territorio cinese. Otto casi di contagio sono stati segnalati in Thailandia e a Hong Kong. Altri cinque sono registrati in Usa, come in Australia, a Taiwan, a Macao; quattro in Giappone, a Singapore, in Malesia; tre in Francia e in Corea del sud, due in Vietnam, uno in Canada e in Nepal. Mentre il capo dell’OMS Adhanom Ghebreyesus è a Pechino per incontrare le autorità cinesi. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha innalzato intanto il livello dell’allerta da “Moderato” a “Alto”.

 

 

 

 

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