Scalo, concerti e ora ospedale anti-covid-19: le infinite trasformazioni dell Officine Grandi Riparazioni di Torino

Da scalo ferroviario a sala concerti fino a diventare un ospedale temporaneo per rispondere all’epidemia di coronavirus. Le Officine grandi riparazioni di Torino dimostrano di sapersi trasformare ancora una volta di fronte alle esigenze della città.

Storia delle Officine Grandi Riparazioni: da scalo ferroviario a “cattedrale della storia industriale” di Torino

Per i non-piemontesi, le Officine grandi riparazioni di Torino rappresentano oggi uno dei poli culturali principali della città: un’area di circa 35 mila metri quadrati caduta in rovina alla fine degli anni Novanta e acquistata da Fondazione Crt nel 2013 che ne ha così scongiurato la demolizione. Grazie a un investimento di oltre 100 milioni di euro, quello che a fine Ottocento era uno dei più maestosi e importanti complessi industriali della città, è stato riconvertito a “cattedrale” della storia industriale Torinese, che nel corso dell’anno ospita concerti e convention dedicate alla cultura contemporanea, all’innovazione e all’ambiente.

La conversione delle Officine Grandi Riparazioni a ospedale temporaneo nel cuore della città

Per far fronte all’emergenza sanitaria da covid-19 nei giorni scorsi la Regione Piemonte insieme al Comune di Torino e a Fondazione Crt ha sottoscritto un’intesa per l’avvio delle operazioni necessarie alla riconversione del polo culturale del capoluogo sabaudo – le Officine grandi riparazioni appunto, o Ogr – a ospedale da campo.

I lavori sono iniziati lunedì 6 aprile, con l’arrivo nella sala delle Fucine dei primi cinque moduli prefabbricati con docce e servizi igienici. Oggi invece era atteso l’arrivo degli uomini del Genio dell’aeronautica militare per l’avvio dei lavori di allestimento dell’ospedale provvisorio anti coronavirus situato nel grande hangar delle Officine grandi riparazioni. La spesa è stimata intorno ai 3 milioni di euro coperti da Compagnia di San Paolo.

Le Officine Grandi Riparazioni ospiteranno circa 100 malati di coronavirus

Le operazioni sono coordinate dall’Unità di crisi della Regione Piemonte, dureranno circa due settimane, e interesseranno un’area di 8.900 metri quadrati per un primo modulo da 92 posti che verranno così ripartiti: 56 posti di degenza ordinaria, 32 posti di terapia semintensiva e 4 posti di stabilizzazione in emergenza.

I numeri dell’emergenza coronavirus in Piemonte

La conversione di parte del polo culturale delle Ogr si è resa necessaria di fronte ai numeri dell’epidemia in Piemonte. A fine marzo l’Anaao Assomed piemontese, il sindacato dei medici ospedalieri, aveva lanciato un grido dall’allarme sostenendo che in pochi giorni i nosocomi sarebbero arrivati al collasso, soprattutto a causa della pressione sui reparti di terapia intensiva.

Lo stesso governatore Alberto Cirio si è dimostrato piuttosto scettico di fronte alla possibilità che il Piemonte possa permettersi di pensare a una “fase 2”, della quale in questi giorni il Governo italiano ha iniziato a parlare. A suggerirlo sarebbero i numeri.

L’allarme dei medici piemontesi: strutture ospedaliere vicine al collasso

Nonostante in questi giorni sia stato registrato un leggero allentamento della pressione in terapia intensiva e il rallentamento dell’epidemia di coronavirus, sarebbero stati comunque registrati oltre 4 mila nuovi casi e circa 500 morti (a cui vanno sommati i 93 di ieri).

La scelta delle Officine riparazioni era quasi dovuta, come sottolinea l’assessore regionale alla Protezione Civile Marco Gabusi: «Per prima cosa per la sua collocazione geografica e logistica in città. Le Ogr sono infatti vicine a molti presidi ospedalieri e si trovano al centro di torino», spiega. «Poi per l’immediata agibilità grazie alla disponibilità che ci ha rilasciato in poche ore la Fondazione Crt, proprietaria dell’area», conclude.

 

Share this article