Le critiche alle parole di Corona sulla copertina di Playboy a Cartabianca arrivano anche da casa Rai
Il linguaggio di Mauro Corona a Cartabianca sulla copertina di Playboy è stato contestato anche da un giornalista di Rai 3
13/10/2021 di Ilaria Roncone
Bianca Berlinguer a Cartabianca chiede se mettere un uomo in copertina su Playboy può essere considerato un segno dei tempi che cambiano e la risposta di Mauro Corona, scrittore e scultore classe 1950, ha lasciato spiazzate molte persone. «Si, può essere un segno importante – inizia Corona – e sicuramente aveva bisogno di vendere qualche copia in più e quindi hanno detto “scardiniamo l’usanza, scardiniamo la logica eterna di questo giornale e hanno messo un uomo». Poi la parte “incriminata”: «Aggiungere gay o no, è qui forse è l’offesa. Non han messo uno normale, han detto che era gay quindi una donna. Pur di vendere cosa non si fa».
Corona a Cartabianca sulla copertina di Playboy con #coniglietto gay: “Non hanno messo uno normale ma un gay”. Questa è l’informazione del servizio pubblico Rai per cui ieri l’Ad Fuortes ha chiesto più soldi e addirittura la tassa su tutti i telefonini? Omofobia in prima serata. pic.twitter.com/YA0gaFs4jT
— Michele Anzaldi (@Michele_Anzaldi) October 13, 2021
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Le critiche per Corona su copertina Playboy a Cartabianca arrivano anche da casa Rai
Le parole di Corona sono state criticate non solo dal deputato in Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi Michele Anzaldi ma anche da Senio Bonini, giornalista e autore tv che gioca in casa Rai.
Mauro Corona a Cartabianca sul #coniglietto di #Playboy: “non è che hanno messo uno NORMALE…”. Ecco. Quest’omofobia strisciante e inconsapevole è l’unica anormalità, vergognoso. #tv #stopomofobia
— Senio Bonini (@seniobonini) October 12, 2021
Viene definita «omofobia strisciante e inconsapevole» quella che permea le parole di Corona. Il punto di Corona è affermare che la scelta di Playboy è fatta per vendere ma, senza alcun dubbio, il linguaggio non è consono. E a sottolinearlo è un autore e giornalista che lavora, a sua volta, per Rai 3 e che sottolinea come – troppo spesso – in televisione non si fa attenzione ai contenuti e alla forma in cui vengono espressi dagli ospiti. E nemmeno c’è qualcuno che fa presente che definire un uomo gay non normale e una donna non è appropriato, soprattutto dal momento in cui si assiste a una trasmissione del servizio pubblico.
Legittimo criticare la copertina di Playboy ma il linguaggio conta
Che la scelta di Playboy sia un fatto di vendere più o meno copie è una prospettiva legittima. C’è chi in questa scelta ci ha visto un segnale dei tempi che cambiano e della maggiore inclusività verso la quale stiamo provando ad andare, chi l’ha trovata inappropriata ed è arrivato a definire preso “l’ultimo baluardo di eterosessualità” – si legge tra i commenti Twitter di chi ha partecipato al dibattito -. Il punto, però, è che qualsiasi opinione va sostenuta utilizzando un linguaggio corretto e che non lasci spazio a dubbi. Un fatto che gli autori di un programma, conoscendo la scaletta, dovrebbero considerare senza ombra di dubbio.