Meloni, Salvini e la corona di fiori al milite ignoto «alternativa» a quella di Mattarella il 2 giugno

Un omaggio che qualcuno, evidentemente, ha letto come provocazione. Del resto, perché i tre esponenti dei partiti di minoranza avrebbero dovuto deporre una corona milite ignoto all’Altare della Patria due ore dopo rispetto al tradizionale gesto compiuto dalla più alta carica dello Stato, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella? Eppure, era questa la richiesta di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, che avevano inoltrato la loro richiesta al ministero della Difesa e, per conoscenza, al comando militare di Roma, in data 28 maggio. In concomitanza con la manifestazione del centrodestra a Roma il 2 giugno, i leader della minoranza avrebbero voluto imitare il gesto che, nella sua sacralità, spetta soltanto al presidente della Repubblica.

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Corona milite ignoto, la richiesta di Meloni e Salvini

Insomma, un po’ come se alcuni chierichetti volessero celebrare messa al posto del sacerdote, un paio d’ore dopo la benedizione finale. E non poteva andare diversamente da come è andata: il ministero della Difesa ha girato la richiesta a Palazzo Chigi che l’ha respinta per motivi di carattere tecnico-istituzionale e non certo politico. Perché accettare questa richiesta sarebbe stato contrario allo spirito unitario che caratterizza la ricorrenza del 2 giugno.

Corona milite ignoto, la versione di Meloni e Salvini sul no di Palazzo Chigi

Salvini e Meloni non hanno risparmiato le polemiche. La leader di Fratelli d’Italia contesta il metodo, sostenendo che Palazzo Chigi abbia avvisato prima i giornalisti in merito alla sua intenzione di non concedere l’autorizzazione e poi coloro che avevano somministrato la richiesta. Mette in evidenza l’orario della risposta (le ore 20.05 della giornata del 30 maggio) e risponde polemica: «Se in quel giorno non era possibile, o non era istituzionalmente rispettoso, bastava dirlo – ha scritto la leader di Fratelli d’Italia -. Invece si è pensato che anche questo nostro gesto fosse un’occasione per fare propaganda contro di noi. Perciò lo staff del premier ha passato il pomeriggio a chiamare tutti i giornali per raccontare una versione che serviva a screditarci, senza che nessuno avesse mai parlato della questione con noi».

Molto meno articolato, invece, è il messaggio di Matteo Salvini che punta genericamente sul concetto di ‘divieto di deporre una corona di fiori’, senza scendere nel dettaglio delle motivazioni e senza spiegare che questa richiesta, proprio nella giornata del 2 giugno, non ha alcun precedente nella storia repubblicana. «Ci vietano di deporre una semplice corona all’Altare della Patria – ha spiegato – ma non potranno vietarci di raccogliere beni alimentari per famiglie in difficoltà». La grammatica istituzionale andrà senz’altro rivista.

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