Non entra in vigore immediatamente ma da lunedì prossimo l’ordinanza della Regione Piemonte per il coprifuoco. Si allunga la lista di regioni che hanno deciso di chiudere i cittadini in casa nelle ore serali e notturne per cercare di arginare l’ondata crescente di contagi che oggi ha portato l’Italia a contare oltre 19 mila nuovi casi in sole 24 ore. Anche in Piemonte non sarà possibile uscire negli orari notturno salvo urgenze o motivi di lavoro. Nonostante i provvedimenti già adottati – compresi i micro-lockdown nelle piazze della movida e i centri commerciali chiusi nei weekend – occorre ora agire in maniera più incisiva: «Abbiamo sempre scelto di agire in modo chirurgico e graduale, ma dobbiamo adeguarci alla situazione in continua evoluzione», ha detto il governatore Cirio.
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Da lunedì in Piemonte sarà vietato uscire dalle ore 23 alle ore 5. La decisione, attesa per oggi, è stata presa una volta terminato il lungo confronto tra il governatore della regione Alberto Cirio, il ministero della Salute e i sindaci del territorio. I dati del bollettino dei contagi di oggi – con i nuovi positivi che crescono in Piemonte più velocemente che in Lombardia – hanno spinto a disporre il provvedimento. In Piemonte i nuovi casi quotidiano raddoppiano ogni 5,8 giorni mentre in Lombardia – attualmente – ne servono 6,5 per assistere al raddoppio. I dati coronavirus Piemonte oggi hanno segnato 2.032 nuovi positivi in 24 ore e il report settimanale riferisce un «rischio alto con alta probabilità di progressione» che spaventa non poco.
Anche gli ospedali della regione cominciano ad andare sotto pressione: presenti – attualmente – 300 pazienti dei reparti Covid ogni milione di abitanti. Anche in questo caso il dato risulta peggiore della Lombardia, dove i pazienti Covid sono 183 ogni milione di abitanti. Anche per quanto riguarda le terapie intensive il Piemonte fa attualmente peggiore della Lombardia: 18 intubati ogni milione di abitanti per il primo, 15,5 per la regione di Milano. Dall’assessorato della Sanità piemontese arriva inoltre una comunicazione che mette sull’attenti: i ricoveri nei reparti a bassa e media intensità di cura aumentano in modo «esponenziale».