Il Copasir vuole filtrare gli ospiti dei talk-show per evitare ingerenze russe

Sarebbe questo il risultato delle audizioni che in questi giorni la commissione ha fatto per valutare lo stato della sicurezza alla luce della guerra ibrida tra Russia e Ucraina

20/05/2022 di Redazione

Quello che una vasta parte dell’opinione pubblica temeva pare si stia concretizzando. Il Copasir, infatti, ha completato il primo giro di audizioni ai soggetti interessati per valutare l’impatto della cosiddetta guerra ibrida (sicurezza informatica, propaganda e disinformazione) che si sta svolgendo proprio sotto ai nostri occhi, mentre in Ucraina va in scena il conflitto vero, quello fatto di armi, bombe e assalti ai civili. Dopo aver ascoltato i vertici dei servizi segreti, ma anche l’amministratore delegato della Rai e il presidente dell’Agcom, il Copasir ha valutato alcune situazioni e ha evidenziato come possano esserci, effettivamente, dei problemi di sicurezza per alcuni aspetti mediatici e informativi nel nostro Paese. Per questo potrebbe essere plausibile una cernita, con il Copasir che filtra gli ospiti delle trasmissioni televisive per evitare ingerenze.

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Copasir filtra ospiti dei talk-show, l’esito delle audizioni

Il punto di partenza è l’ipotesi – che è stata presentata qualche giorno fa – della presenza di possibili propagandisti russi all’interno delle trasmissioni televisive italiane. Anche in Rai (per questo ci sono state diverse sollecitazioni da parte della Commissione di Vigilanza). Anche su questo – sebbene le informazioni che riguardano le audizioni del Copasir siano riservate – c’è stato un approfondimento nei giorni scorsi. Il risultato – riportato oggi dal Corriere della Sera – sarebbe quello di un nuovo metodo per filtrare gli ospiti dei talk show televisivi, soprattutto per quanto riguarda il servizio pubblico della Rai. Ancora una volta si prende a modello la BBC, considerata sempre dai politici di casa nostra un modello per quanto riguarda l’informazione pubblica radio-televisiva: la proposta sarebbe quella di fare un audit interno che possa permettere di mettere un argine alla presenza di ospiti e opinionisti controversi.

Questa operazione, stando ai diretti interessati, non sarebbe impattante dal punto di vista della libertà d’informazione, né si configurerebbe come una operazione di censura. Ma è comprensibile come un metodo del genere possa essere considerato molto border line.

Tra le altre cose, sembra evidente come una situazione del genere si presterebbe a una facile interpretazione: una commissione parlamentare come lo è il Copasir avrebbe la possibilità, in qualche modo, di “dettare una linea editoriale” ai talk-show del servizio pubblico, stabilendo quali ospiti siano da invitare e quali, invece, da evitare. Limitando, quindi, il raggio d’azione non soltanto dei direttori di rete, ma anche dei responsabili delle singole trasmissioni.

Foto IPP/Fabio Cimaglia – Roma

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