Il grande biscotto, il caso del Messaggero

Categorie: Attualità

Continua il ciclo di articoli che prendono in considerazione le policies dei principali gruppi editoriali su questo aspetto del GDPR

Giornalettismo sta continuando il suo progetto di monitoraggio dell’applicazione del GDPR e – nella fattispecie – della parte relativa ai cookies per quello che riguarda diverse iniziative editoriali, le principali in Italia. Dopo aver analizzato il sistema adottato dal Fatto Quotidiano e dopo aver espresso dei dubbi in proposito, è la volta di prendere in considerazione uno schema del tutto simile (ma con qualche differenza) a quello della testata fondata da Antonio Padellaro: il sistema dei cookies del Messaggero. Anche qui, abbiamo rilevato delle particolarità che non possono essere sottovalutate.



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Cookies del Messaggero, cosa abbiamo notato e cosa c’è di simile con il Fatto Quotidiano

Richiamiamo, ancora una volta, la parte delle linee guida del Garante della Privacy che riguardano – nello specifico – il concetto di cookies wall (è possibile consultare una sintesi al link appena proposto). Ricordiamo, in estrema sintesi, che il “muro di cookies” può essere valido soltanto nel caso in cui l’editore fornisca un metodo alternativo, privo di cookies, per accedere al contenuto.



Il Messaggero, così come accaduto per il Fatto Quotidiano, presenta un banner realizzato dall’azienda che si occupa di consulenza per il GDPR (iubenda). Correttamente, questo banner offre tre alternative: quella di accettare i cookies, di avere maggiori informazioni e di personalizzare i cookies ai quali si vuole concedere accesso, quella di rifiutarli in toto. Ancora una volta, però, quando si clicca su “continua senza accettare” non si accede automaticamente al sito, ma si arriva su un altro banner, questa volta realizzato dal Messaggero, in cui si offrono ulteriormente due scelte: quella di accettare i cookies o quella di abbonarsi a 1 euro.



A differenza del Fatto Quotidiano, non si parla esplicitamente di “pubblicità” (elemento che, abbiamo visto, rappresenta comunque una limitazione rispetto al più ampio concetto di coookies). L’offerta di abbonamento a partire da 1 euro non viene affrontata dal punto di vista delle policies sui cookies (non spiega, cioè, come l’azienda editoriale si comporta da questo punto di vista in caso di abbonamento a un euro al mese), ma semplicemente dei prodotti che offre (ovvero: – Accedi a tutti i contenuti del sito ilmessaggero.it sui tuoi dispositivi e tramite App; – Ricevi le Newsletter tematiche, ascolta i podcast con l’attualità raccontata dalle voci dei nostri giornalisti, segui gli aggiornamenti live della redazione; – E tanti servizi esclusivi: Oroscopo, contenuti premium selezionati, video e foto gallery).

In compenso, rispetto al Fatto Quotidiano, nonostante la presenza del banner – attraverso lo scrolling del sito – è possibile in ogni caso accedere ai contenuti del Messaggero senza dover per forza accettare i cookies o pagare l’abbonamento (chiaramente, la maggior parte degli articoli è in pay-wall: però, in questo modo, il Messaggero garantisce la lettura della homepage, dei titoli e dei sottotitoli).

Qual è la nostra valutazione del problema? Eccola:  

Abbiamo deciso di dare due biscotti su cinque (come per il Fatto Quotidiano) per una questione di compensazione. La formula resta non chiara dal punto di vista del messaggio, in quanto mancano delle informazioni importanti sui cookies in caso di sottoscrizione dell’abbonamento. In compenso, il Messaggero lascia la possibilità di scrollare il sito, anche senza che l’utente prenda decisioni in materia di cookies. Anche in questo caso, le valutazioni del secondo semestre del 2022 permetteranno al Garante della Privacy di chiarire la correttezza di questa prassi.

NB. Questo è il primo di una serie di articoli che riguarderanno le policies dei vari gruppi editoriali italiani in merito alla questione dei cookies, delle informative da fornire agli utenti e dalla coerenza di queste ultime con le norme previste dal GDPR