Il premier Conte racconta la trattativa con l’Ue: «Ho convinto Juncker in 20 minuti»

02/01/2019 di Redazione

«Ci siamo chiusi in una stanza, solo noi due, e ho puntato sulla sua capacità di lettura politica, sulla sua esperienza. Oggi posso dire che ci siamo capiti. Mentre uscivamo mi ha detto: ‘Farò quel che posso per aiutarti’. Lo ha fatto». Parla così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte della trattativa con la Commissione Europea sulla manovra economica, che sarebbe potuta costare all’Italia una procedura d’infrazione per deficit eccessivo. In un’intervista al settimanale Panorama (di Luca Telese) il capo del governo ha ripercorso le difficili fasi del confronto con l’Ue.

Conte e la trattativa con la Commissione: «Juncker convinto in 20 minuti»

Conte ha ricordato quello della «cena a Bruxelles» come uno dei momenti più critici della trattativa. «Ho chiamato Juncker per concordare l’appuntamento e, dietro un tono che formalmente era impeccabile, ho avvertito la certezza che c’era una decisione persa, e che consideravano l’Italia già fuori». Il rapporto sarebbe però cambiato in una serata. «Partendo da questa sensazione – ha continuato il premier –, prima della cena, a cui partecipavano gli altri ministri e Pierre Moscovici, ho chiesto a Juncker di parlargli per venti minuti». Venti minuti durante i quali avrebbe strappato l’impegno «Farò quel che posso per aiutarti».

 

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(Foto da archivio Ansa: abbraccio tra Conte e Juncker a Palazzo Berlaymont, Bruxelles, il 12 dicembre 2018. Credit immagine: ANSA / FILIPPO ATTILI UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI)

 

«Se non avessimo affrontato la Commissione, e non l’avessimo convinta delle nostre ragioni – ha affermato ancora Conte in un altro passaggio dell’Intervista a Panorama –, non avremmo potuto disporre delle risorse che abbiamo e non avremmo potuto spenderle come avevamo deciso di spenderle». Il presidente del Consiglio ha risposto anche a chi, come il Pd, sostiene che una trattativa in realtà non c’è stata e l’Italia ha ottenuto quello che già era sul tavolo: «Forse dimenticano che il punto di partenza, quando siamo entrati in carica, era questo: una manovra parametrata su un deficit dello 0,8 per cento e con le clausole di salvaguardia sull’Iva da disattivare per 12 miliardi e mezzo».

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