Conte minaccia le dimissioni. E poi nega

19/10/2018 di Redazione

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è sfogato minacciando di gettare la spugna, di lasciare la guida del governo, ha evocato le dimissioni. Poi Palazzo Chigi ha smentito. È quanto raccontano oggi articoli di retroscena dei principali quotidiani descrivendo il caos dell’esecutivo sul decreto legge fiscale che introduce la cosiddetta ‘pace fiscale’. L’intervento del leader M5S Luigi Di Maio (che ha denunciato l’intervento di una ‘manina’ che avrebbe modificato il testo trasformando la sanatoria in un mega condono) ha aperto uno scontro tra pentastellati e Lega.

Il premier Conte minaccia le dimissioni, poi Palazzo Chigi nega

Il premier avrebbe minacciato di dimettersi con l’obiettivo di fermare il duello tra le due forze di governo. Si legge su Repubblica (articolo di Tommaso Ciriaco e Alberto D’Argenio):

Un passo indietro, le 23 di mercoledì. Conte è chiuso da un’ora e mezza in una stanza del Consiglio europeo. telefona ai due azionisti giallo-verdi, parla con il Colle. Cerca di ricucire squarci romani. A un certo punto, riferiscono, riserva a Luigi Di Maio un acuto mai sperimentato prima. «Se non decido io, a cosa vi servo? Piuttosto mi faccio da parte». Dirà lo stesso anche ieri, per cercare di frenare Matteo Salvini. «Se non posso convocare il Consiglio dei ministri, perché restare? Piuttosto mi dimetto». Non lascia, anche se il Carroccio certo non lo lega alla poltrona.

 

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Il Corriere della Sera (articolo di Marco Galluzzo) racconta di uno sfogo di Conte a liti M5S-Lega in corso mentre lui a Bruxelles provava a spiegare i partner europei della bontà della manovra finanziaria. «Non possono pensare che io sopporti tutto, l’ho detto a chi di dovere, sono anche pronto alle dimissioni», sono le parole attribuite al premier. Si legge ancora sul Corriere:

È forse la prima volta che conte pronuncia questa parola (anche se in serata da Palazzo Chigi smentiscono: Non ha mai minacciato dimissioni): è stato a telefono con Roma per più di un’ora la prima notte, altrettanto il secondo giorno, togliendo tempo al tavolo del Consiglio europeo, offrendo ulteriori spunti di scetticismo ai suoi colleghi, sul nostro Paese, sulla tenuta della maggioranza, sulla coesione dell’esecutivo che presiede: non è su tutte le furie, ma quasi.

(Foto di copertina da archivio Ansa: Conte alla Camera. Credit immagine: ANSA / ETTORE FERRARI)

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