Non solo i comuni, anche le regioni contro il decreto Salvini. Rossi annuncia ricorso alla consulta

05/01/2019 di Redazione

I vari Leoluca Orlando, Dario Nardella e Luigi De Magistris non sono soli nella loro sfida al decreto sicurezza, diventato legge e voluto da Matteo Salvini, ministro dell’Interno. Anche il governatore della Toscana Enrico Rossi, esponente di LeU, è sul piede di guerra ed è pronto a ricorrere alla Consulta contro il decreto Salvini.

Consulta contro decreto Salvini: il ricorso di Enrico Rossi

«È pronto il nostro ricorso alla Corte costituzionale – ha annunciato questa mattin, sabato 5 gennaio – Contro il decreto sicurezza del Governo la Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale, con una delibera che sarà approvata nella seduta di Giunta di lunedì prossimo».

C’è già un cronoprogramma, dunque, per il provvedimento. La Regione, infatti, stando alla normativa vigente può ricorrere alla Corte Costituzionale contro una legge dello Stato. La legge, infatti, prevede che la Giunta di una Regione deliberi di ricorrere alla Corte costituzionale, nel termine di trenta giorni dalla sua pubblicazione avverso una legge o un atto avente valore di legge dello Stato.

Il ricorso alla consulta contro decreto Salvini parte dalla Toscana

Un supporto forte ai sindaci che avrebbero puntato all’abuso d’ufficio per costringere il legislatore a occuparsi della costituzionalità della legge sulla sicurezza fatta approvare da Matteo Salvini e firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Negli ultimi giorni, i primi cittadini avevano approfittato del dibattito intorno ai 49 migranti trattenuti a bordo della Sea Watch e della Sea Eye per alimentare la polemica intorno al decreto sicurezza fatto approvare dal ministro dell’Interno.

Ma come vengono toccate le regioni dal decreto sicurezza? Questi enti locali sono chiamati in causa direttamente nel settore della sanità, con chi viene privato dei permessi umanitari che potrebbe non avere più accesso alle cure del servizio sanitario nazionale.

FOTO: ANSA/MAURIZIO DEGL’INNOCENTI

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