Chi ha perso ieri sera?

Un confronto televisivo tra Trump e Biden che desiderava scimmiottare l'aspetto peggiore dei social network

30/09/2020 di Matteo Forte

Oramai è così che dovremmo iniziare a pensare, ogni qualvolta che proviamo a comprendere un “duello”. Ieri ci ha aiutato a entrare in questo ordine mentale il confronto televisivo tra i due candidati alla Casa Bianca. Un modo, nuovo, di duellare – dialogare – nell’interesse del paese più industrializzato e dei propri cittadini che richiama una forma medievale di contrapposizione. Risparmierò la fatica a chi non avesse visto il confronto Trump-Biden: un susseguirsi di insulti, battibecchi, reactions. Reactions tradotte per un media vecchio, non abituato a questo e forse impreparato a sostenere un crollo verticale del confronto basato sui contenuti.

Confronto Trump-Biden: a cosa serve una diretta?

A cosa serve una diretta? Nella mia vita ho gestito molti live, molte dirette e ho potuto capirne l’efficacia. Una efficacia in certi versi tattica per chi conduce, ma – quando argomentata e strutturata senza liturgie – garanzia di approfondimento dell’uomo, della verità nascosta dietro le insenature della contraddizione e del pensiero politico.

Ieri è stata la débacle globalizzata nel totem da salotto, la tv. Lo spazio per troppo tempo lasciato senza più riferimenti, inseguendo la conservazione e la banalità di ciò che ha funzionato in passato, si è evoluto in un dibattito sterile, a colpi di tweet vocali. Noterete anche che il regista, a un certo punto, è quasi entrato in panico per via della sovrapposizione verbale. A chi non lo avesse visto, risparmierò non solo la fatica, ma anche la delusione: un susseguirsi di parole sterili, retoriche, una sopra l’altra, dove il timbro vocale non poteva essere gestito nemmeno dal più abile dei fonici.

Che succede se la tv diventa una scialba replica dei social

Ma se la televisione diventa una narrazione social, che succede? Succede che non avremo più la diretta, quindi i dibattiti, quindi buona parte dell’approfondimento senza contraddittorio e contrapposto. Una forma, seppur scheletrica, di parlamento dove non è più importante discutere del contenuto ma è più importante l’asfalto.

LEGGI ANCHE > Asfaltare v. tr. [der. asfalto]. – Coprire di asfalto; eseguire l’asfaltatura 

Cosa se ne faranno gli americani di uno bravo a parlare più forte lo dovremmo chiedere a quelle famiglie rumorose, a Natale, che generano acufeni per 24h. Niente. Tutto questo porta solo a perdita d’audience per la tv, alla demonizzazione di un balbuziente, alla perdita di influenza del contenuto sulla strategia e sulla dialettica, alla miseria umana e alla conseguenza ovvia del fucile – sempre più giustificato – anziché della diplomazia e dell’argomentazione necessaria.

Un mondo nuovo, per niente bello, su cui riflettere e fare qualcosa. Per chi, come tanti di noi, ha deciso che parlare sia necessario anche per ascoltare. Quindi per crescere, progredire e forse, un giorno, per fare scelte migliori – senza voler a tutti i costi pretendere di farne anche di giuste.

Share this article