La compagna di Ousseynou Sy in lacrime: «Un uomo buono»

23/03/2019 di Redazione

Al momento, punta a non voler essere ricordata come la compagna di Ousseynou Sy, la donna che – fino a poco prima del sequestro dell’autobus sulla Paullese – condivideva l’intimità con l’italiano di origini senegalesi di 47 anni che ha preso in ostaggio 51 bambini, minacciando di ucciderli e di dare fuoco al mezzo che guidava. La donna è una 34enne di origini ucraine ed era la compagna di Ousseynou Sy da quando l’uomo aveva lasciato la sua ex moglie. Non ha segnalato alcuna manifestazione, da parte del compagno, del gesto che stava per compiere.

Compagna Ousseynou Sy: «Mai violento»

La donna è stata sentita dagli inquirenti nelle ore immediatamente successive all’episodio avvenuto a San Donato Milanese. Ma è stata immediatamente rilasciata, sia per il suo stato di timore (ingiustificato) di perdere il permesso di soggiorno, sia per la sua totale estraneità ai fatti. Le uniche parole che è riuscita a dire agli inquirenti, tra un pianto e l’altro, sono state quelle che hanno descritto Ousseynou Sy come «un uomo e un compagno tranquillo, che non aveva mai dato adito a episodi di violenza. Un uomo buono».

La compagna Ousseynou Sy non vuole avere più nulla a che fare con lui

La donna, che fa la collaboratrice domestica, non vuole più avere nulla a che fare con questa storia. Il Corriere della Sera ha provato a contattarla, ma ha buttato giù il telefono dopo pochi secondi di conversazione, negando qualsiasi collegamento con Ousseynou Sy. In un momento successivo, ha eliminato la sua fotografia dall’immagine del profilo di WhatsApp. Segnale inequivocabile della sua presa di distanza dal gesto violento che aveva fatto Sy.

L’uomo, a quanto pare, aveva ordinato anche una pistola elettrica o al peperoncino (che, tuttavia, non era ancora arrivata), e l’aveva commissionata a un collega descrivendola come un regalo per la compagna. Una persona che, a quanto pare, aveva pianificato tutto con freddezza e che – stando a quanto viene descritto dalle forze dell’ordine che lo hanno avuto in custodia – non ha dato segni di cedimento nemmeno nelle prime, cruciali ore della detenzione.

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