Quando il M5S (insieme al comitato No Gronda) non credeva «alla favoletta del crollo del Ponte Morandi»
14/08/2018 di Gianmichele Laino
Le grandi opere e il Movimento 5 Stelle, com’è noto, non vanno molto d’accordo. Tuttavia, in concomitanza con la tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova sembra opportuno approfondire quanto alcune posizioni siano totalmente ingiustificate. Da diverso tempo, infatti, la Liguria ha in programma una vasta infrastruttura, denominata Gronda di Ponente, inserita in un piano più ampio di riqualificazione delle strade della regione. La Gronda di Ponente, i cui lavori dovrebbero iniziare al termine del 2018, aveva come obiettivo proprio quello di alleggerire il traffico che transitava sul Ponte Morandi.
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Comitato NO Gronda e la ‘favoletta’ del crollo del Ponte Morandi
Contestualmente alla realizzazione del progetto, a Genova nacque un comitato di cittadini (il cosiddetto «NO Gronda») che puntava in ogni sede a contestare la nascente infrastruttura, definita inopportuna, figlia del vecchio modo di fare politica. Non a caso, la causa del comitato NO Gronda è stata sposata più volte dal Movimento 5 Stelle.
Addirittura, l’8 aprile del 2013, il sito dei pentastellati ospitò questo comunicato stampa (la cui versione integrale può essere letta a QUESTO LINK). Nelle posizioni illustrate, spicca la frase sul ponte Morandi: «Altra “cecità”, la ciclica riproposta del declassamento della A10 (ignorando che, secondo la stessa Società Autostrade, il declassamento minerebbe l’utilità della Gronda). Ci viene poi raccontata, a turno, la favoletta dell’imminente crollo del Ponte Morandi, come ha fatto per ultimo anche l’ex Presidente della Provincia, il quale dimostra chiaramente di non avere letto la Relazione Conclusiva del Dibattito Pubblico, presentata da Autostrade nel 2009. In tale relazione si legge infatti che il Ponte “…potrebbe star su altri cento anni” a fronte di “…una manutenzione ordinaria con costi standard”. (Queste considerazioni sono inoltre apparse anche più volte sul Bollettino degli Ingegneri di Genova)».
Comitato NO Gronda, anche Toninelli scettico su opera pubblica
Lo stesso ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva inserito la Gronda di Ponente nelle infrastrutture «per le quali era necessaria una revisione complessiva, che contempli anche l’abbandono del progetto». Insomma, il Movimento 5 Stelle sembrava sfavorevole alla realizzazione della nuova forma di collegamento. Senz’altro un difetto di lungimiranza.
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