Il comitato di conciliazione M5S-Lega più che eversivo o Mussolini ricorda Andreotti

Il comitato di conciliazione inserito nella bozza del contratto di governo M5S-Lega ha suscitato una forte polemica, paragonabile alle proposte senz’altro più controverse di uscire dall’euro, oppure di chiedere alla Bce di cancellare titoli di debito pubblico per 250 miliardi di euro.

La guida al comitato di conciliazione del governo M5S-Lega

Il comitato di conciliazione è un “organismo” da convocare nel caso in cui ci siano dissensi sull’applicazione del programma, o contratto di governo, oppure per decidere su nuovi temi non coperti dal testo alla base dell’alleanza tra M5s e Lega. Il comitato di conciliazione è composto da presidente del Consiglio, leader dei due partiti – che saranno con ogni probabilità anche ministri -, i presidenti dei gruppi parlamentari di Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, e il ministro competente della materia, più altre persone convocabili dallo stesso comitato.

I paragoni sbagliati col Gran consiglio del fascismo

Una struttura politica che si affianchi al Consiglio dei ministri come organismo di guida ha suscitato allarmi sul carattere eversivo della proposta sinceramente eccessivi, così come appaiono fuoriluogo i paragoni col Gran consiglio del Fascismo, l’organismo più importante del regime di Mussolini che superò il Consiglio dei ministri guidato dal Duce a partire dal 1922. Il comitato di conciliazione è, né più né meno, che un vertice di maggioranza, o la verifica di governo, che i partiti della cosiddetta Prima Repubblica convocavano regolarmente per trovare accordi nei momenti di difficoltà.

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Il  comitato di conciliazione non è la creazione di una struttura parallela permanente che mira a svuotare di significato il Consiglio dei ministri, ma una norma di chiusura per trovare una sintesi politica tra partiti che si accorgono, ogni giorno che passa, di esser sempre più diversi l’uno con l’altro. Il comitato di conciliazione appare anche superfluo, visto che i regolamenti adottati per applicare la legge 400 del 1988 hanno previsto un organismo, Consiglio di Gabinetto, per trovare un accordo politico tra i ministri più importanti del governo.

Art. 6

Consiglio di Gabinetto, Comitati di Ministri e Comitati interministeriali

1. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, nello svolgimento delle funzioni previste dall’articolo 95, primo comma, della Costituzione, può essere coadiuvato da un Comitato, che prende nome di Consiglio di Gabinetto, ed e’ composto dai Ministri da lui designati, sentito il Consiglio dei Ministri.

2. Il Presidente del Consiglio dei Ministri può invitare a singole sedute del Consiglio di Gabinetto altri Ministri in ragione della loro competenza.

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