“Uno sciacallo”: così un appello di Di Battista sta spaccando l’M5S

Una lettera a tutto campo, uno di quelli a cui Alessandro Di Battista ci ha abituato. Il “pasionario” dell’M5S dopo mesi di silenzio è tornato, da giorni, a dire la sua sulle politiche del Governo e su quelle nazionali. Ed è tornato, a modo suo, dagli appelli Facebook a quello fiume (in forma di lettera al direttore) pubblicato ieri sul Fatto Quotidiano in cui esortava, tra le altre cose, a dire no al Mes e di cominciare a guardare verso Oriente, leggi Cina. Un intervento che viene in una fase molto delicata per il Movimento e per il Governo, che non ha lasciato certo indifferenti parlamentari e militanti e che ha provocato, come riporta l’Adnkronos, non pochi malumori.

Sì perché oltre alle parole, ci sarebbe anche qualcosa di più concreto: un appello firmato per bloccare la riconferma di Claudio Descalzi come Ad dell’Eni. Le adesioni? Interpellato dall’Adnkronos, l’europarlamentare Ignazio Corrao – uno dei firmatari dell’appello – spiega che al momento le adesioni sono circa cinquanta, tutte “spontanee”, mentre tra i parlamentari si contano una trentina di firme tra deputati e senatori. In lista anche diversi consiglieri regionali. E nelle chat interne del Movimento sarebbe partita, sempre a detta di Adnkronos, la rivolta contro Di Battista, accusato di tenersi al di fuori del gioco politico per sabotare e criticare l’operato dei colleghi. E le parole sono assolutamente non concilianti.

«Facciamo la lista dei puri e la lista dei coglioni…», scrive, caustico, Gabriele Lorenzoni, che aggiunge: «Di Battista fa l’opposizione dall’esterno e lo ha sempre fatto da due anni a questa parte». Ancor più duro il commento di Gilda Sportiello: «Esistono sciacalli e sciacalli. Chi come Salvini lo fa a modo suo e chi ogni tanto resuscita per tenere caldo il suo posto al sole». E sull’appello di Dibba, la sfida aperta è lanciata da Paola Carinelli, compagna del capo politico dell’M5S Vito Crimi che invita i parlamentari che hanno sottoscritto l’appello di Alessandro Di Battista a firmare pubblicamente una sfiducia al Governo, aggiungendo ironicamente che “la quarantena sta dando alla testa”.

 

 

 

 

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