+ Rpt + Khaby Lame e la questione Israele-Palestina

Khaby Lame ha scelto, su Twitter, di portare l'attenzione sul conflitto Israelo-Palestinese sfruttando il suo stesso meme

15/05/2021 di Ilaria Roncone

EDIT: Il titolo è stato modificato e ribattuto rispetto al precedente: Come Khaby Lame “spiega facile” la questione Israele-Palestina.

L’account citato in questo articolo è un fan account. Ci scusiamo con i lettori per aver dato una informazione imprecisa

Quello di Khaby Lame è un fenomeno scoppiato su TikTok per quella sua particolare espressione che è diventata un meme. Con il suo account da oltre 50 milioni di fan. La peculiarità che lo ha reso famoso – tanto da attirare l’attenzione di Marck Zuckerberg dopo aver superato la sua popolarità – e che lo ha fatto diventare un trend in rete è quel suo modo di spiegare l’ovvio.

@khaby.lameBro why you ruined a T-shirt ?👕😔It was so easy…. – Fratello perché hai rovinato una T-Shirt?👕😔##learnfromkhaby ##LearnWithTikTok ##ImparaConTikTok♬ suono originale – Khabane lame

Nei suoi video, sostanzialmete, il tiktoker italiano risponde ironicamente a tutto quello che gli passa sotto tiro mostrando come fare cose ovvie. Dal posizionare correttamente un aspirapolvere per pulire in un angolo allo scegliere di aprire una portiera se la maglietta rimane incastrata invece di tagliarla – come si vede nel video sopra -, Khaby Lame è diventato un marchio di fabbrica. Quel meme che ormai ha assunto un significato preciso ha deciso di utilizzarlo per “spiegare facile” e con ironia la questione tra Israele e Palestina che si sta consumando sotto gli occhi del mondo.

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La fanpage di Khaby Lame sulla questione Israele-Palestina

Tutti ne parlano: giornalisti del cartaceo e del web, influencer che fanno informazione e non solo, su ogni social. La fanpage di Khaby Lame – la cui visibilità è un dato di fatto innegabile – ha scelto Twitter per parlare della questione israliano palestinese e lo sta facendo in maniera molto efficace. Arriva anche a rispondere all’account di Israele che scrive: «Siamo stati qui per 3 mila anni e siamo qui per restare. I terroristi che provano a gettare la regione nella violenza non prevarranno mai». A un tweet del genere la risposta è semplice: lo screen in cui si chiede a Google quando è nato Israele e la data mostrata (14 maggio 1948) affiancato, ovviamente, dall’immancabile meme che sottolinea l’ovvio.

Nella giornata di ieri, tra post seri che affrontano la questione, è comparso anche l’invito – sempre per sottolineare da quanto tempo è che esiste l’Israele – a «retwittare se tuo nonno è più vecchio di Israele». Modi sicuramente sagaci di portare l’attenzione dei tanti che lo seguono su una situazione che è necessario – nelle sedi opportune e che vanno al di là delle bacheche social o dei 280 caratteri – parlare quanto più possibile per arrivare a cambiare davvero le cose.

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