Quella assurda confusione che facciamo ogni volta sulla firma digitale

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Come avviare la procedura per rendere un documento valido anche attraverso una firma digitale e quali sono i costi dell'operazione

In un Paese che si appresta a entrare nella transizione digitale (o meglio, che sta iniziando a parlare di transizione digitale almeno sulla carta), è opportuno eliminare un dubbio che è proprio di diversi cittadini: come firmare digitalmente e cosa si intende per firma digitale. Non basta, infatti, scansionare un documento firmato a mano – o, peggio ancora, fare uno scippo con uno strumento di modifica su un PDF – per considerare quello stesso documento firmato digitalmente. Senza contare che c’è una differenza tra una firma elettronica e una firma digitale (con la prima che deve essere autenticata da un giudice e che non garantisce, da sola, l’integrità del documento). Il processo è molto più complesso e prevede dei passaggi ben specifici, che prevedono l’interazione con un ente certificatore, che possa dare il via libera all’autenticazione dei documenti. I vantaggi della firma digitale sono senza dubbio molteplici: il più evidente, tra tutti, è quello di poter gestire delle operazioni burocratiche in remoto, senza perdere tempo, senza fare lunghe file agli sportelli e, soprattutto, contando di poterlo fare in qualsiasi momento della giornata, senza badare troppo a orari d’ufficio.



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Come firmare digitalmente, i passaggi da realizzare

Per firmare digitalmente un documento, occorre innanzitutto essere cittadini, amministratori e dipendenti di società e pubbliche amministrazioni. Tutte le persone fisiche, infatti, possono dotarsi di una firma digitale. Ovviamente, non esiste un unico ente certificatore che fornisce una firma digitale. L’Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale istituita dal governo Monti per cercare di garantire elevati standard di digitalizzazione nella pubblica amministrazione, prevede la compilazione e l’aggiornamento periodico di enti certificatori che possono aiutare il cittadino a firmare digitalmente un documento. Da Actalis, passando per Aruba, per Poste Italiane, fino ad arrivare a Zucchetti, sono ben 20 gli enti che possono ottenere le autorizzazioni per consentire ai cittadini di fare la firma digitale e di utilizzarla in diverse circostanze.



La firma digitale è banalmente la creazione di un file, la cosiddetta “busta crittografica”, che racchiude al suo interno il documento originale, la prova informatica della firma e la chiave per la verifica della firma, che, a sua volta, è contenuta nel certificato emesso a nome del sottoscrittore del servizio. Il tutto, rispettando i tre standard europei di certificazione della firma digitale: CAdES, PAdES e XAdES. Grazie a questi standard non soltanto si potrà firmare un documento digitale ex novo, ma si potrà apporre una ulteriore firma anche a un documento già firmato. Due chiavi crittografate permetteranno di valutare l’autenticità e l’integrità del documento.

C’è anche un altro modo per ottenere la firma digitale, ed è quello che si realizza attraverso lo SPID. Non si tratta, però, del livello basico dello SPID (con il quale, ad esempio, andiamo a realizzare una serie di operazioni piuttosto immediate e di cui – si stima – oltre 30 milioni di italiani siano già dotati), ma del cosiddetto SPID di livello 2. Con queste credenziali, certificate dagli enti che forniscono l’identità digitale ai cittadini, è possibile essere riconoscibili e ricollegabili digitalmente a una persona fisica, così da autenticare tutte le operazioni di firma che verranno da lei effettuate.



Cosa è necessario per ottenere una regolare firma digitale: la maggior parte degli enti certificatori fornisce un KIT di firma che può comprendere diversi strumenti, come una Smart Card (dalla validità variabile e rinnovabile), un token USB, i relativi lettori e un software per la verifica della firma.

A cosa serve la firma digitale

Sottoscrizione di contratti di lavoro, di contratti di compravendita, di contratti di altro genere. E poi ancora: richieste di contributi, dichiarazioni, visure camerali, fatture e autocertificazioni. Sono tutti strumenti che possono essere firmati digitalmente dal cittadino. In questo modo, la validità del documento sarà garantita, anche se la firma non verrà apposta materialmente sul foglio di carta, alla presenza fisica di testimoni. La firma digitale, infatti, oltre a rappresentare un modo rapido e veloce di accedere ai servizi della pubblica amministrazione (o anche per disciplinare dei rapporti tra privati), garantisce l’autenticità e l’integrità di un documento. Una volta che la firma digitale riconosciuta sia apposta al documento, infatti, quest’ultima eviterà che quel documento possa essere modificato, causandone l’invalidazione conseguente.

È un fenomeno diffuso quello della firma digitale? Gli italiani sanno come fare la firma digitale? Sicuramente, i dati che abbiamo a disposizione segnalano una crescita costante dell’impiego di questo servizio. Se si pensa che nel secondo semestre del 2016, le firme digitali erano state poco più che 600mila, nel primo semestre del 2022, siamo arrivati a oltre 2 milioni 800mila firme digitali. Sicuramente, si tratta di uno strumento meno diffuso dello SPID (alla cui diffusione ha senz’altro contribuito l’adesione ai programmi di contribuzione e di bonus per la pandemia o ancora la possibilità di scaricarsi in maniera più semplice il green pass durante le fasi più severe della diffusione del contagio da coronavirus), ma che comunque, in futuro, potrà avere molteplici applicazioni e potrà risolvere diversi problemi ai cittadini, soprattutto per quanto riguarda l’accessibilità ai documenti.

Quanto costa la firma digitale? È possibile avere una firma digitale gratuita

Al momento, i prezzi del mercato della firma digitale sono variabili, a seconda della tecnologia del kit utilizzato. Si va da un pacchetto standard che prevede un esborso di 25/30 euro (iva esclusa), fino ai kit che arrivano a costare anche 80 euro. La tipologia di pacchetto più dispendiosa è sicuramente quella che si serve di token USB. Vista l’importanza della strumentazione a disposizione per eseguire tutte le operazioni di autenticazione della firma digitale, è praticamente impossibile – e bisogna diffidare anche di tutte quelle soluzioni che la propongono – ottenere una firma digitale gratuita. A meno che non ci si imbatta nel solito equivoco: quello, cioè, di firmare un documento attraverso una modifica di un PDF che, però, non garantisce un bel niente. Una operazione di questo genere, infatti, non farà altro che screditarvi all’occhio del vostro interlocutore. Provando – evidentemente – che sul piano dell’igiene digitale e dell’aggiornamento rispetto all’evoluzione dei sistemi di gestione e controllo delle nostre attività ci sia ancora molta strada da fare.