Decreto dignità di Di Maio, gli effetti su Comdata: «Licenziati 200 lavoratori»

Luigi Di Maio era stato avvisato quando presentò il decreto dignità. Cercare di incentivare i contratti a tempo indeterminato non significa necessariamente far aumentare i posti di lavoro. Anzi. Ci sono diverse aziende che garantiscono ai propri lavoratori uno stipendio dignitoso anche con altre forme contrattuali che, inevitabilmente, ora non possono essere replicate in virtù della conversione in legge del decreto numero 87. È il caso, ad esempio, della Comdata di Lecce.

Il caso Comdata: almeno 200 licenziamenti per il decreto dignità

Si tratta di un’azienda che si occupa di call center. La più grande, per numero di dipendenti, della provincia salentina. Al suo attivo, vanta oltre 1200 dipendenti strutturati con contratti a tempo indeterminato – non si tratta, quindi, di una delle tante aziende che va avanti attraverso espedienti fiscali -, ma ha anche una vasta platea di lavoratori contrattualizzati in maniera diversa. Magari per questioni di impossibilità, da parte dell’azienda, di sostenere economicamente altri contratti a tempo indeterminato.

Diversi, infatti, sono i collaboratori o i lavoratori in somministrazione (ovvero, quelli assunti da un soggetto, autorizzato dal ministero del Lavoro, diverso da quello che utilizzerà effettivamente la prestazione di lavoro. Circa 200 persone della Comdata avevano questa tipologia di contratto, in scadenza il 31 ottobre 2018. Proprio tre giorni fa, a queste stesse persone è stato comunicato dall’azienda che non verrà rinnovato loro il contratto, per effetto delle nuove norme previste dal governo.

Il decreto dignità non fa altro che incentivare il turn over

Ma l’effetto pare sia stato lo stesso anche per decine di altri lavoratori nelle settimane precedenti. Ovviamente, si tratta di quelle persone che lavoravano per Comdata senza un contratto a tempo indeterminato. La denuncia arriva dai sindacati. Sabina Tondo – della Cgil – comunica che questi lavoratori sono stati «traditi dal decreto Di Maio».

La sindacalista ha rilasciato una dichiarazione a Lecceprima. «Questi lavoratori – ha affermato – hanno acquisito delle competenze durante il periodo alla Comdata. Ora dovranno reinventarsi per l’ennesima volta per essere competitivi sul mercato del lavoro. Il decreto dignità, che in teoria vorrebbe abbattere il precariato, nella pratica ha espulso centinaia di lavoratori salentini e, con ogni probabilità, non farà altro che aumentare il turn over nelle aziende».

La stima iniziale relativa all’entrata in vigore del decreto dignità considerava – era già previsto dla parere della ragioneria dello Stato – la possibilità di perdere 8000 posti di lavoro all’anno. Anche in quella circostanza, Di Maio aveva parlato di una «manina» che aveva alterato il decreto a sua insaputa. Ma la prassi lo smentisce ancora una volta.

FOTO: ANSA/ CIRO FUSCO

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