Codice Rosso, via libera del Senato: il revenge porn è reato

Il Senato ha dato il via libera definito al ddl sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, conosciuto come “Codice Rosso“. Il provvedimento è stato approvato con 197 sì di M5S, Lega, Fi, Fdi e Gruppo delle Autonomie e 47 astenuti, tra cui Leu e Pd. Nessun voto contrario. Diventerà effettivamente legge solo una volta iscritta nella Gazzetta Ufficiale, ma si può dire che il revenge porn è finalmente riconosciuto come un reato.

Codice Rosso, via libera del Senato: il revenge porn è reato

Il provvedimento “codice rosso” introduce una sorta di corsia preferenziale per le donne che denunciano violenze fisiche e psicologiche, nell’intenzione di accorciare i tempi in cui queste vengono sentite dai pm e ridurre quindi i potenziali rischi alla loro incolumità e sicurezza. Anche le indagini dovrebbero diventare più rapide ed efficiente, sempre per evitare che le lentezze burocratiche possano diventare fatali per le vittime di violenza domestica e di genere. Il provvedimento, che si concentra su reati di maltrattamenti, violenza sessuale, stalking, e di lesioni aggravate se commessi in contesti familiari o nell’ambito di relazioni di convivenza introduce anche due nuove forme di reato: il revenge porn e lo sfregio al volto.

L’opposizione però ritiene che il disegno di legge n.1200 composto da 21 articoli non sia sufficiente, anzi rischi di essere totalmente inefficace perché legge a costo zero e che non stanzia alcuna risorsa. «Abbiamo perso l’occasione di fare del Codice Rosso uno strumento davvero utile a contrastare il drammatico fenomeno della violenza sulle donne – ha commentato la senatrice Pd Valeria Valente, presidente della commissione sul femminicidio – La maggioranza non ha nemmeno voluto prendere in considerazione uno solo degli emendamenti che abbiamo proposto: hanno bocciato in maniera burocratica e arrogante tutti i nostri emendamenti» sostenendo che a evidenziarne l’insufficienza sono anche «gli operatori».

(Credits immagine di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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