L’app Clue ha ottenuto il via libera per diventare un «contraccettivo digitale»

La FDA ha dato il suo lasciapassare all'app che utilizza i dati del ciclo mestruale per stabilire quando si hanno ridotte capacità di restare incinte

02/03/2021 di Redazione

Ci sono diverse app che fungono da “calendario mestruale” e che riescono a prevedere, sulla base di dati statistici di volta in volta aggiornati dagli utenti, la durata del ciclo e la data in cui compariranno le prossime mestruazioni. Anche in Italia ci sono diversi esempi, tutti abbastanza amatoriali. Negli Stati Uniti, invece, l’app di origine tedesca Clue ha appena ottenuto da FDA (Food and Drugs Administration) il via libera ufficiale per diventare un sistema riconosciuto di controllo delle nascite. Una sorta di contraccettivo digitale. Eppure, non si tratta della prima applicazione che è riuscita a diventarlo: in passato – precisamente nel 2018 – Natural Cycles aveva già ottenuto il lasciapassare dell’amministrazione americana che controlla cibo e medicinali.

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Clue, come funziona l’app diventata “contraccettivo digitale”

Innanzitutto, Clue è una applicazione – utilizzata da oltre 14 milioni di persone in tutto il mondo – che serve a tenere traccia del proprio ciclo mestruale. L’utente inserisce i propri dati, le proprie abitudini, offre indicazioni di massima sul calendario biologico. Nel frattempo, l’applicazione raccoglie tutte queste informazioni e, alla fine, elabora una sorta di previsione che determina la data del successivo ciclo mestruale. Ovviamente, ci sono fasce d’età con cui l’applicazione funziona meglio: le persone tra i 18 e i 45 anni hanno tendenzialmente un ciclo più regolare. Ma in generale Clue è uno strumento molto impiegato sin dal 2017, quando ha ottenuto diverse recensioni positive dal mondo scientifico (ad esempio, la rivista dell’American College of Obstetricians and Gynecologists).

Nel corso del 2021, in seguito all’approvazione della FDA, Clue potrà offrire la funzionalità di controllo delle nascite. Si tratterà di una funzione premium, che verrà lanciata nei prossimi mesi (al momento non sono ancora chiari eventuali costi della funzionalità premium) e che punterà a offrire delle garanzie (tra il 92 e il 97% a seconda della precisione dell’utilizzo) a chi se ne servirà per monitorare la possibilità di gravidanza. E si tratta di una funzione completamente digitale, a differenza di quanto accaduto – ad esempio – con Natural Cycles (che invece era basata sulla misurazione quotidiana della temperatura corporea e l’inserimento del dato, giorno dopo giorno).

La previsione del periodo fertile verrà fatta attraverso un algoritmo che si basa sul calcolo delle probabilità: una volta inseriti i dati del proprio ciclo, infatti, Clue restituisce una finestra temporale (di quattro/cinque giorni) in cui la probabilità di restare incinta è molto elevata. Al contrario, i periodi di tempo meno fertili saranno parimenti indicati dal sistema di calendario dell’applicazione. La differenza con altre app simili è che questo algoritmo è frutto di una ricerca scientifica che ora, a quanto pare, ha ottenuto un parere di conformità dalla Food and Drug Administration. Anche perché la finestra di periodo fertile viene personalizzata a seconda dei dati inseriti da ciascuna persona che utilizzasse l’applicazione.

Clue

Astenersi dal sesso nei giorni indicati come fertili, come dicevamo, garantisce una correttezza del dato del 92% (se l’app viene utilizzata in maniera sommaria) o del 97% (se le informazioni in app vengono aggiornate costantemente). Considerando che la pillola anticoncezionale ha una efficacia tra il 93 e il 99% (anche qui varia a seconda della costanza dell’utilizzo) e che i condom hanno una efficacia protettiva tra l’87% e il 98%, ecco che Clue diventa un sistema contraccettivo digitale di tutto rispetto, suffragato anche da dati sperimentali, portati avanti anche in seguito a trials realizzati con il team di ricerca della Georgetown University che hanno coinvolto 700 donne nel 2019. Per questo la FDA – che in questi giorni, tra le altre cose, è impegnata nell’approvazione dei vari vaccini contro il coronavirus – ha deciso di dare il suo benestare.

Le raccomandazioni, in ogni caso, sono d’obbligo. Sulla propria homepage, così come in un’intervista rilasciata dal CEO di Clue, Audrey Tsang, al portale TechCrunch.com, il team dell’applicazione raccomanda l’utilizzo del controllo delle nascite a donne che stanno vivendo una relazione stabile e che non abbiano particolari problemi di salute. Altre caratteristiche per rendere il più possibile efficace il sistema sono: controllare periodicamente l’applicazione ogni volta che si fa sesso, aggiornando i dati richiesti, avere periodi mestruali compresi tra i 20 e i 40 giorni, aver avuto avuto almeno 3 cicli regolari a partire dall’ultima gravidanza o dall’interruzione del controllo ormonale delle nascite, avere avuto variazioni del ciclo entro i 9 giorni nell’ultimo anno. Occorre comunque una attenzione maniacale, ma l’applicazione potrebbe rappresentare una nuova frontiera nel controllo delle nascite. Quantomeno come metodo riconosciuto negli Stati Uniti.

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