Borghi: «Salvini mi ha mandato a scrivere il contratto di governo perché sa come la pensa sull’uscita dall’euro» | VIDEO

07/06/2019 di Enzo Boldi

Claudio Borghi è diventato un vero e proprio personaggio. Non solo per il suo ruolo istituzionale – quello di deputato e Presidente della Commissione Bilancio alla Camera -, ma per alcune sue uscite televisive e social che lo hanno portato al centro dell’attenzione mediatica. Anche giovedì sera, ospite di Corrado Formigli a Piazza Pulita (La7), il parlamentare leghista ha rilasciato dichiarazioni destinate a far discutere, non tanto per la loro idea di base, ma perché hanno poco a che fare con la realtà fattuale.

Partiamo con quella che è stata una vera e propria rivelazione che riguarda i piani originari della Lega. Claudio Borghi ha dichiarato (e questa non è una sorpresa) che il programma elettorale delle Lega per le elezioni politiche dello scorso 4 marzo 2018 prevedeva l’uscita dall’euro: «Il contratto del cambiamento l’ho scritto io – ha rivendicato il presidente della Commissione Bilancio alla Camera – e la prima cosa che ho chiesto è che si potesse ridiscutere l’uscita dell’Italia dall’Euro. Poi il Movimento 5 Stelle ha detto no». Il leghista ha poi sottolineato, rispondendo alla domande se anche il suo leader fosse d’accordo con lui: «Se mi ha mandato a negoziare per il contratto di governo...».

 

Claudio Borghi, la posizione no euro di Salvini e lo spread

Da una rivelazione a una serie di inesattezze dette dallo stesso Borghi a Piazza Pulita. Partiamo da quanto detto su Ungheria, Polonia e Giappone. Secondo il leghista questi tre Paesi non hanno lo spread e sono felicissimi. Ma non è così: i due Stati dell’Est Europa hanno il differenziale tra i loro titoli di Stato e i Bund tedeschi addirittura più alti dell’Italia. Anche il Paese del Sol Levante ha lo spread, seppur il suo valore è infinitamente più basso degli altri due.

L’altra inesattezza riguarda la sua elezione. Claudio Borghi ha detto di esser stato eletto dai cittadini per le sue idee che sono note a tutti, soprattutto per quel che riguarda la sua posizione storicamente anti-euro. In realtà, però, lui è diventato deputato in questa legislatura grazie al paracadute del proporzionale. Il suo ‘duello’ al collegio uninominale di Siena l’ha visto uscire sconfitto contro l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. La sua elezione a Montecitorio, dunque, è passata grazie alle liste presentati ai collegi proporzionali Toscana 02 e Toscana 04. Una versione ben diversa che non consente di dire «Sono stato eletto dagli italiani».

L’evasione tramite contanti

La trasmissione si è poi spostata su altri temi, come i Minibot e l’evasione fiscale che è molto più facile grazie ai contanti. E proprio su quest’ultima questione Claudio Borghi ha replicato così.

 

Tra gli ospiti in studio anche Ferruccio De Bortoli che, dopo aver svelato le immagini di copertina utilizzate da Borghi sui suoi canali social (due banconote della lira con la sua faccia al posto dei personaggio storici disegnati sulla vecchia moneta) ha poi ironizzato sul Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, con una laconica presa di posizione.

 

 

(foto di copertina: da diretta di Piazza Pulita, La7)

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